“Agrigento Capitale della Cultura” rischia di essere un autogol e affiorano i primi contrasti

Di Lorenzo Rosso / 16 Luglio 2023

Si addensano minacciose nubi nere, forse foriere di tempesta, sul cielo di “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”. Con una nota inviata al sindaco, Franco Miccichè, il presidente del Consorzio Universitario Empedocle promotore nonché trascinatore del progetto, Antonino Mangiacavallo, lamenta ufficialmente che il primo cittadino agrigentino, a 4 mesi dalla proclamazione, si stia muovendo per conto suo, al di fuori degli accordi presi a suo tempo, escludendo di fatto Ecua e il Gruppo di lavoro, dal contesto di Capitale Italiana della Cultura.

«Dalla proclamazione di Agrigento Capitale – scrive Mangiacavallo – avvenuta il 31 marzo scorso, ad oggi né il Consorzio Universitario, né il Gruppo di lavoro sono stati anche marginalmente coinvolti nelle sporadiche iniziative da ella promosse e che hanno visto la partecipazione di soggetti esterni alla sua Amministrazione, né, cosa ancora più significativa, hanno ricevuto alcuna comunicazione sulla inderogabile predisposizione degli atti o sulla indispensabile individuazione di procedure già precedentemente previste nei documenti ufficiali di candidatura, così come nessuna informazione è stata fornita sulla programmazione, sulla preparazione e sull’auspicabile avvio della cosiddetta “fase 2” sicuramente più difficile della prima e che dovrà consegnare Agrigento e la sua provincia all’attenzione dell’Europa se non del mondo».

«Solo pochi giorni fa – continua Mangiacavallo – abbiamo appreso attraverso un suo comunicato, che “dal 2 aprile lavora ogni giorno al progetto”. Notizia che ci fa ben sperare ma non ci rassicura, perché a nostro avviso, ancor prima di “individuare la sede della Fondazione e dare inizio ai lavori di tinteggiatura e climatizzazione”, sarebbe più importante, anzi fondamentale e razionale, costituire una Fondazione nel rispetto di quanto previsto dal dossier di candidatura presentato al ministero della Cultura».

Recentemente infatti, il sindaco aveva annunciato l’individuazione, nel centro storico cittadino, di una sede (il palazzo Tomasi ndr) che in passato era già stato affidato all’Università, che avrebbe dovuto in quei locali tenere nuovi corsi universitari, ma i lavori di ri-sistemazione del vecchio palazzo non vennero mai portati a termine e oggi la struttura dev’essere riadattata ex novo.

«Per questo motivo – continua Mangiacavallo nella lettera indirizzata al sindaco – nella qualità di legale rappresentante del Consorzio universitario, le ho ripetutamente sollecitato la redazione comune di una bozza di Statuto, documento fondamentale e propedeutico per la costituzione della Fondazione che, mi permetto di ricordarle, dovrà essere prioritariamente portato a conoscenza e definitivamente approvato dagli organi istituzionali di riferimento, come il Consiglio comunale di Agrigento, il Consiglio di amministrazione del Consorzio Universitario e il Consiglio comunale di Lampedusa, Comune che ha aderito al progetto».

«Signor sindaco – conclude Mangiacavallo – le chiedo di convocare le parti interessate».

Replica il sindaco Miccichè: «Prendo atto di questa sollecitazione ma sulla vicenda della Fondazione io sono già in dirittura d’arrivo. Tutto procede nella norma e presto daremo notizie ufficiali».

In questo contesto si inserisce il Consiglio comunale di Agrigento che ha approvato la costituzione di una Commissione speciale «al fine di conoscere, proporre e monitorare progetti ed iniziative in merito all’elezione di Agrigento “Capitale italiana della cultura 2025”». Di questa speciale Commissione fanno parte i consiglieri Francesco Alfano, Alessia Bongiovì, Valentina Cirino, Simone Gramaglia e Ilaria Settembrino. Vista però l’attuale situazione di stallo del progetto Capitale Italiana della Cultura, i componenti della Commissione almeno per il momento hanno veramente poco di cui occuparsi.

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Pubblicato da:
Fabio Russello
Tag: agrigento capitale cultura 2025