“Verso Agrigento 2025, per diventare parte attiva di un processo di sviluppo della costa del Sud” è stato il titolo del convegno che si è svolto lo scorso 19 ottobre nell’Aula Magna “Luca Crescente” del Consorzio Universitario di Agrigento.
L’evento, organizzato dall’Ande di Agrigento, presieduta da Carola De Paoli, ha registrato, tra gli illustri relatori, la presenza del Capo Delegazione FAI Agrigento, Giuseppe Taibi (nella foto di Salvatore Indelicato).
Per l’occasione abbiamo incontrato l’avvocato agrigentino per ripercorrere, insieme ad uno dei protagonisti, gli avvenimenti che, lo scorso 31 marzo, hanno portato Agrigento ad essere proclamata Città Capitale Italiana della Cultura 2025.
-Avv. Taibi, un prestigioso titolo che non è arrivato per caso, ma è il frutto di una “Visione” e poi di una coerente, costante, corale opera di realizzazione.
Esaminando la visione dal punto di vista del FAI farò un veloce passo indietro di 22 anni. Nel 2001 si è inaugurata la Kolymbethra in occasione di un Convegno Nazionale FAI. Io, giovane avvocato, venni scelto per accompagnare Giulia Maria Crespi, mitica Fondatrice e Presidente del FAI. Mentre guidavo nella via passeggiata archeologica, la Crespi mi chiese di cosa vivessero gli agrigentini. Risposi che sono per gran parte pubblici impiegati e lei mi disse che invece avrebbero dovuto vivere di Turismo, Valorizzazione del patrimonio storico-artistico e paesaggistico e di Cultura. Pensai che se avessi avuto in futuro un piccolo ruolo sociale mi sarei occupato proprio di questo con i miei possibili compagni di viaggio; che sarei ripartito dalla Società Civile. Oggi, grazie a tanti importanti attori tra cui il Parco della Valle dei Templi , la Curia, il Distretto Turistico, le Amministrazioni Comunali e Provinciali, la Prefettura, la Fondazione FS, l’Università, la FARM, il FAI e tanti altri, l’obiettivo è stato coraggiosamente raggiunto e siamo diventati Capitale Italiana della Cultura 2025”.
Un percorso virtuoso che, a nostro giudizio, abbraccia anche la valorizzazione della Scala dei Turchi…
Ricordo di essere diventato capo delegazione nel 2010. In quegli anni si raccoglievano le firme dei “luoghi del cuore” per la Scala dei Turchi. Il FAI si costituiva nei processi per la demolizione dell’ecomostro sulla spiaggia ( affiancando Legambiente e Comune di Realmonte). L’ecomostro veniva definitivamente abbattuto nel 2013 direttamente dal proprietario visto che il FAI, con Banca Intesa, era pronto a intervenire per il ripristino dell’area mettendo a disposizione 20 mila euro. I 20 mila euro, quindi, sono stati utilizzati per la demolizione di un altro immobile (abusivo) che si trovava in cima alla Scala dei Turchi realizzando al suo posto uno splendido belvedere, inaugurato nel 2016 e notevolmente ampliato nel 2017. Nel frattempo la delegazione FAI di Agrigento proponeva per prima la Candidatura di Agrigento a Capitale Italiana della Cultura nel 2015 ( per gli anni 2016 e 2017). Si lavorava tutti insieme ( Istituzioni e Associazioni) e la presentazione ufficiale della candidatura veniva fatta dalla Commissaria ( non avevamo il Sindaco) con il Prefetto e il Cardinale”.
Scala dei Turchi che diventa il simbolo della lotta all’abusivismo?
Nel 2017 Agrigento, con il progetto Agri Gentium: landscape regeneration, vinse il premio nazionale del Paesaggio grazie alla collaborazione tra Parco, Kolymbethra, Università di Palermo e Treno Storico. Nella stessa occasione al progetto “Liberare la bellezza” legato alla demolizione dei due immobili alla Scala dei Turchi venne attribuita la prestigiosa menzione: “Paesaggio e legalità, lotta all’abusivismo”. Un territorio come quello agrigentino, noto per l’abusivismo, diventava simbolo nazionale di lotta all’abusivismo e ciò contribuiva a cambiare la mentalità sul territorio. Nel 2018 la RAI certificava che, grazie alle demolizioni, oltre un milione di presenze avevano raggiunto la Scala dei Turchi e Licia Colò nel servizio commentava con entusiasmo: “…quando tutelare l’ambiente paga anche a livello economico”. Intanto la presidenza regionale del FAI Sicilia veniva affidata ad Agrigento (successo mai ottenuto prima). E sempre nel 2018 Agrigento si ricandidava a diventare Capitale Italiana della Cultura per il 2020, anno in cui avrebbe celebrato i suoi 2600 anni di storia”.
Secoli di storia che il FAI ha proposto di raccontare nel progetto Museo di Città…
Il FAI sostenne questa nuova candidatura addirittura con la presenza di Marco Magnifico all’audizione romana presso il Ministero della Cultura e subito dopo il FAI propose la realizzazione del Museo di Città presso il Collegio dei Filippini per raccontare i 2600 anni di storia di Agrigento anche attraverso l’immersione dei visitatori in una realtà virtuale. Il Museo di città, oggi finanziato, è stato indicato nell’audizione romana dell’ultima candidatura 2023 (per il 2025) come uno dei progetti più significativi per lasciare sul territorio qualcosa di fruibile anche negli anni successivi al 2025 ”
Agrigento anche città sostenibile…
In seguito al progetto Agri Gentium , candidato per l’Italia al Premio Paesaggio del Consiglio d’Europa, veniva attribuita la lusinghiera menzione: Sviluppo sostenibile e reintegrazione sociale; il paesaggio agrigentino diventava simbolo in Europa di Sviluppo Sostenibile. In quel periodo era inoltre rinato il centro storico con il recupero nella Via Duomo di gioielli quali la Cattedrale, Il Mudia, la Lucchesiana, Santa Maria dei Greci e tanti altri mentre il Parco si avviava verso il milione di presenze”.
Recentemente è stato inaugurato il Teatro dell’Efebo nel Giardino Botanico che il FAI negli anni ha sempre promosso e valorizzato…
“L’elegante Giardino Botanico è stato in passato primo luogo del cuore della provincia di Agrigento, ha ospitato diverse giornate FAI e, sempre grazie al FAI, la trasmissione RAI GEO”.
Altro fiore all’occhiello è il treno storico…
“Il Treno storico negli ultimi anni ha investito molto sulla tratta Agrigento-Porto Empedocle con fermata al Tempio di Vulcano e quindi ingresso nella Valle attraverso la Kolymbethra. Presto i turisti potranno arrivare in aereo da Palermo e con le navi da crociera da Porto Empedocle per salire sul Treno Storico . Il FAI sta investendo sulle Casette Montana sopra la Kolymbethra e il loro recupero. Speriamo che questo recupero si completi per Agrigento Capitale anche perché nel 2025 il FAI compie 50 anni.”
FAI è acronimo di Fondo per l’Ambiente Italiano. L’ambiente, dunque, al primo posto?
Il FAI considera il contrasto alla crisi climatica come la madre di tutte le battaglie e io desidero riportarmi alla recentissima esortazione di Papa Francesco “Laudate Deum”. Papa Francesco va adesso oltre l’enciclica “Laudato sì” con un’esortazione rivolta al Mondo Intero, a tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti. L’attuale cambiamento climatico non può più essere negato, l’origine è umana, l’accelerazione si deve alla rivoluzione industriale. Il tempo è breve e la specie umana rischia di scomparire dalla terra. E’ necessario un cambiamento culturale, dobbiamo cambiare le nostre singole abitudini e insieme sollecitare le grandi decisioni nazionali e internazionali. E’ essenziale il ruolo della Società Civile, il nostro ruolo… Il Papa si dichiara vicino agli attivisti che: “riempiono un vuoto nella società, che dovrebbe esercitare nel suo insieme una sana pressione”. Il Papa invita a Lodare Dio “perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso”. Ridurre l’uso dei combustibili fossili è ancora possibile, bisogna muoversi verso le energie alternative, fermare l’innalzamento dei mari e lo scioglimento dei ghiacciai evitando l’attuale alternarsi di fenomeni climatici estremi. Nessuno si salva da solo e insieme dobbiamo fare la nostra parte per noi e per le future generazioni. Dobbiamo recuperare la nostra Spiritualità, contemplare la bellezza del creato cogliendo in essa il messaggio divino, quel Dio che è fuori e dentro di noi. “Il mondo canta un Amore infinito, come non averne cura ?”, ci ricorda sempre Papa Francesco. Dobbiamo subito prenderci cura della Casa Comune, della nostra Madre Terra”.
Riflettori accesi anche sul fenomeno migratorio. Ricordiamo la mostra Progetto Genesi al Museo archeologico di Agrigento nel 2022…
“Il “progetto Genesi: Arte e diritti umani” del FAI ha portato ad Agrigento la grande arte contemporanea che guarda alle migrazioni e alle diseguaglianze in un territorio come il nostro che comprende Lampedusa, Porta d’Europa”.
Possiamo affermare che tutto questo ha contribuito al successo di Agrigento 2025?
“Se, pertanto, oggi Agrigento è diventata Capitale Italiana della Cultura non è stato per caso. Siamo stati tutti visionari, abbiamo lavorato insieme ( Istituzioni e Società Civile, Pubblico e Privato) con pazienza e coraggio e abbiamo vinto! La memoria del percorso deve darci fiducia sulle nostre capacità. Forti di questo virtuoso percorso dobbiamo continuare a camminare uniti per cogliere al meglio questa occasione irripetibile di ripartire dalla Cultura, l’unica cosa che può cambiare in meglio la mentalità di un territorio per il bene nostro e delle nuove generazioni. Buona Fortuna a tutti”.