«A poche settimane dall’inizio ufficiale di “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”, ci troviamo di fronte a una situazione inaccettabile e preoccupante. L’amministrazione della città dei templi continua a mantenere un silenzio assordante e un immobilismo che rischia di compromettere, o forse ha già irrimediabilmente compromesso, un’opportunità unica per il territorio. Ad oggi non è stato reso noto il programma degli eventi, non sono stati avviati interventi concreti per il restyling della città né per la risoluzione dei problemi infrastrutturali che da anni penalizzano Agrigento: dalle strade dissestate alla carenza di un adeguato approvvigionamento idrico, fino alla totale inefficienza del trasporto pubblico».
E’ l’allarme lanciato da Alfonso Alaimo, coordinatore regionale in Sicilia di Alternativa Popolare, il partito fondato da Stefano Bandecchi.
«Non esiste – continua Alaino – traccia di un piano organizzativo, non sappiamo se siano state stanziate somme per sostenere le attività, né se sia stata finalmente data un’autonomia di spesa al consorzio dedicato a garantire il successo di questa iniziativa. Persino la tradizionale Sagra del Mandorlo in fiore, che potrebbe essere la punta di diamante delle celebrazioni, sembra non essere stata ripensata in chiave tematica per Agrigento Capitale della Cultura. E l’imminente Capodanno? Questo silenzio da parte dell’amministrazione agrigentina è, nella migliore delle ipotesi, un inequivocabile segnale di disorganizzazione e mancanza di visione. È necessario un intervento immediato per garantire che Agrigento possa onorare il titolo che le è stato conferito, trasformandolo in una reale occasione di crescita culturale, sociale ed economica per tutta la Sicilia. Ammesso che non sia già troppo tardi».
«Invitiamo – conclude il coordinatore siciliano di Alternativa popolare – l’amministrazione comunale a rendere pubbliche al più presto le iniziative programmate, a condividere un cronoprogramma trasparente degli interventi e a coinvolgere attivamente la comunità, le associazioni e i cittadini in questo grande progetto. Il tempo è quasi scaduto, ma possiamo rimediare. L’amministrazione comunale agrigentina si assuma le proprie responsabilità e agisca subito. Agrigento e la Sicilia meritano di più. Molto di più».