Agrigento
Agrigento, arresto convalidato e il gip dà i domiciliari all’avv. Arnone
Il gip del Tribunale di Agrigento Francesco Provenzano ha convalidato l’arresto dell’avvocato Giuseppe Arnone e ne ha disposto gli arresti domiciliari con assoluto divieto di comunicare con l’estorno e con estranei. L’ordinanza è stata depositata poco fa dal giudice per le indagini preliminari. Gli arresti dureranno fino al prossimo 22 novembre giorno in cui si svolgerà l’udienza del processo ai danni di Francesca Picone, l’avvocato che sarebbe la vittima della presunta estorsione dell’ex presidente di Legambiente oggi invece difensore di decine di abusivi della Valle dei Templi e di Licata. Questo ha scritto il gip per evitare qualunque tentativo di inquinare le prove.
Giuseppe Arnone era stato fermato sabato scorso dalla Squadra mobile di Agrigento all’uscita dallo studio dell’avvocato Francesca Picone, con in tasca due assegni per un totale di 14 mila euro. Secondo l’accusa i soldi sarebbero il prezzo richiesto da Arnone alla collega per ottenere il suo silenzio e non sollevare così clamore mediatico nella vicenda che vede imputata proprio la Picone accusata di presunte irregolarità nella difesa di alcuni suo clienti. Secondo l’accusa Arnone avrebbe chiesto 50 mila euro. Durante l’udienza di convalida i due pm, Carlo Cinque e Alessandro Macaluso, hanno depositato anche le intercettazioni e le testimonianze a sostegno dell’accusa. La difesa di Arnone, con gli avvocati Arnaldo Faro e Carmelita Danile, hanno invece ribadito che si sia trattato di una una transazione “regolare” tra l’avvocato Giuseppe Arnone e la collega Francesca Picone.
In serata la polizia ha perquisito gli studi professionali – in via Mazzini e in via Minerva – e le abitazioni di San Leone e in città dell’ avvocato Giuseppe Arnone, poche ore dopo la sua scarcerazione. Nello studio di via Minerva si sarebbero recati anche i pm che sono titolari del fascicolo di inchiesta – per estorsione – aperto a carico dell’avvocato ambientalista. La Squadra mobile avrebbe portato via un personal computer e degli incartamenti. Arnone, dopo la scarcerazione, è stato posto – in base all’ordinanza di convalida e contestuale applicazione della misura cautelare del Gip Francesco Provenzano – agli arresti domiciliari in via Mazzini, dove ha lo studio, «senza l’applicazione del sistema di controllo elettronico, non essendo ipotizzabile – è il Gip a scriverlo – un rischio di fuga; ma con il divieto di contatti personali, telefonici e telematici con soggetti che non siano appartenenti alla sua famiglia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA