Il colloquio
Agrigento 2025, Albergoni “spegne” le polemiche sui ritardi: «Saremo pronti»
Parla il direttore della Fondazione per la Capitale italiana della Cultura
C’è chi dipinge lo scenario di “Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025” con molti nuvoloni neri che si addensano all’orizzonte e che sembrano forieri di una tempesta. Ora, magari non sarà tutto sole e uccellini che cinguettano ma – a sentire Roberto Albergoni, il direttore della Fondazione e “papà” di tutto ciò che riguarda Agrigento 2025 – non è nemmeno tutto pioggia e grandine. Anzi. Albergoni insomma vede il cielo ormai pieno di schiarite. E questo è importante soprattutto perché rumors davano Albergoni molto “contrariato” e pronto ad una uscita pubblica forte. E invece, almeno nel colloquio con lasicilia.it è apparso sereno e molto ottimista.
«Agrigento è stata proclamata Capitale italiana della Cultura il 31 marzo del 2023, la Fondazione – spiega – è stata costituita il 17 febbraio. Quindi sono passati tre mesi». Tanti, pochi, troppi? Albergoni, che è uomo navigato e che ha già vissuto un’identica esperienza a Palermo non dà mai giudizi netti. Sa che ha il ruolo di equilibratore tra le diverse anime, le diverse idee, le diverse aspirazioni per un grande opportunità qual è Agrigento 2025.
«Purtroppo il riconoscimento della Fondazione ha richiesto qualche mese – spiega Roberto Albergoni – e anzi bisogna ringraziare la Prefettura di Agrigento che ha accelerato al massimo le procedure. Sostanzialmente la Fondazione è nelle condizioni di operare da appena una settimana». Ritardi? Paura di non farcela? Macché. Albergoni il “titolo” non lo regala. Al contrario. Infonde invece ottimismo.
«L’unica preoccupazione che ho è quella di portare avanti le procedure, insieme al CdA della Fondazione e insieme sindaco Miccichè. E’ naturale – ha aggiunto – che tutti gli adempimenti e tutti i passaggi richiedono del tempo e vale a maggior ragione per chi è subentrato adesso e che ha dunque la necessità di entrare nel merito delle questioni. E’ fisiologico perché c’è da affrontare l’aspetto amministrativo della struttura e la selezione del personale. Tutte procedure per le quali siamo al lavoro».
La Fondazione, dopo un tira e molla durato mesi tra contrasti col consiglio comunale e questioni legate alle nomine, è comunque “ripartita”. Solo che è, per usare un eufemismo, come un Diesel: ha bisogno di tempo per entrare a regime: «Bisogna innanzitutto riprendere i rapporti con tutti i comuni che hanno aderito al progetto – spiega Albergoni -. La questione non è fare un calendario di eventi, ma stilare un progetto che abbia come punto di forza quelli che ci hanno portato ad ottenere questo importante riconoscimento».
«Probabilmente – ed è l’unica concessione del direttore della Fondazione – c’è un po’ di ritardo nella struttura operativa, ma è giusto che ognuno che abbia voglia di partecipare e di potere dare il proprio contributo sia coinvolto. Non per chiedere ma per dire “io posso”. Stiamo cercando di recuperare. Ma al primo gennaio del 2025 saremo pronti, ci arriviamo faticando. Un po’ di patema c’è sempre. Abbiamo già 44 progetti e quanto prima saranno risolte le questioni amministrative. Il CdA è già al lavoro, ora il presidente avvierà anche gli atti formali. Ognuno deve fare il proprio lavoro. Io sono direttore della Fondazione e abbiamo interlocuzioni con il CdA, col suo presidente e con il sindaco che ha un ruolo importante nel progetto. Il 2025 sarà l’anno in cui tutte queste fatiche saranno ricompensate, non tanto per chi ci ha lavorato, ma per Agrigento che ha davvero una grande opportunità davanti a sé».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA