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Violenza su donne, Calderone (Consulenti lavoro): “Non ci giriamo dall’altra parte”
Roma, 25 nov. (Labitalia) – “I consulenti del lavoro non possono girarsi dall’altra parte, hanno una missione sociale e quindi non possono e non vogliono farlo. Ancora di più nel caso di violenza sulle donne. Abbiamo convocato qui gli Stati generali di categoria ma la giornata di oggi non poteva passare senza il messaggio dei consulenti del lavoro e dei professionisti”. Lo ha detto Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, intervistata da Mariangela Pira, giornalista di Sky Tg 24 nel corso dell’evento sulla violenza sulle donne agli ‘Stati generali dei consulenti del lavoro’. Tutte le donne, ha sottolineato Calderone, “dovrebbero avere la possibilità di scegliere come vivere la loro vita. C’è la necessità di riflettere su come fare uscire da una condizione di disagio tantissime donne che sono in grande difficoltà, i numeri sono terribili. Credo che i consulenti del lavoro abbiano l’obbligo di combatterla perché abbiamo missione sociale di non voltarci mai dall’altra parte ma guardare a situazioni di disagio e aiutare. E farci aiutare da tanti nostri colleghi che hanno professionalità specifiche”, ha aggiunto. Nel corso dell’evento è stato comunicato che sono già 102 le istanze pervenute all’Inps, di cui 97 liquidate, per il Reddito di libertà, la misura erogata dall’Istituto e mirata a contribuire all’autonomia economica delle vittime di violenza. Maria Sciarrino, direttore centrale inclusione e invalidità civile dell’Inps, ha fatto un primo bilancio di questa misura, finanziata dal ‘Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza’ con ulteriori 3 milioni di euro per l’anno 2020. Il contributo, di importo pari a 400 euro al mese, concesso in un’unica soluzione e per un massimo di 12 mesi, è appunto pensato per le donne residenti nel territorio italiano, vittime di violenza, senza figli o con figli minori, che siano prese in carico dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni oppure seguite dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. “Con questa misura si contribuisce a sostenere l’autonomia abitativa delle vittime e il percorso scolastico e formativo dei loro figli”, ha dichiarato Sciarrino. “È importante che le vittime possano contare sul ruolo delle istituzioni per uscire dal silenzio e raggiungere quel livello di autonomia che consenta di lasciare il luogo in cui si è subita violenza”, ha continuato. E Sciarrino è rimasta sorpresa dal fatto “che da Sicilia, Molise e Valle d’Aosta siano arrivate zero domande per il reddito di libertà. E’ una cosa che ci preoccupa, visto che la procedura per fare domanda è molto semplice”.