Roma, 15 giu. “Gli stratagemmi adottati da Torzi e dai suoi iniziali complici ‘interni’ alla Santa sede per inserire, con scaltrezza, una modifica statutaria alla società veicolo, non costituisce, a parere di questo Collegio, una mera manifestazione di mera furbizia nelle trattative contrattuali, ma un comportamento che, perpetrato anche grazie alle aderenze interne utilizzate abilmente da Torzi, assume le forme di una vera e propria frode”. E’ quanto scrivono i giudici del Riesame di Roma nelle motivazioni con cui lo scorso 26 aprile hanno confermato la misura cautelare per il broker Gianluigi Torzi, accusato nell’inchiesta della Procura di Roma di autoriciclaggio e emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti.