“La variante indiana si diffonde meglio di quella inglese. E’ una lotta e non è detto che si debba perdere. L’illusione che non ci si sia in Italia e non arrivi ce la togliamo è evidente che l’abbiamo già in casa”. Così Massimo Galli, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ospite di Agorà, su RaiTre. “Dobbiamo impegnarci di più con il tracciamento”, ha suggerito l’infettivologo.
“E’ probabile che la variante Delta in questo momento sia sottostimata – ha quindi sottolineato – Da un po’ di tempo raccomando maggiori investimenti e maggiori attività sul tracciamento, con attività di sequenziamento. E’ qualcosa che avviene in maniera solo parziale e in questo modo non è possibile coprire tutto ciò che è necessario. In Gran Bretagna hanno messo in piedi una macchina da guerra che sforna una quantità incredibile di sequenze. Noi in confronto abbiamo il ruggito del topo. Ci sarebbe da impegnarsi un po’ di più”.
“Sa qual è il mio problema? Alcuni tra gli ospedalizzati e i morti in Inghilterra” per variante Delta “erano persone magari anche vaccinate con 2 dosi che non hanno risposto al vaccino. Abbiamo una fettina non grande, sottile ma importante, di persone che non rispondono al vaccino. Bisogna decidere strategie alternative dal punto di vista del vaccinare o dare indicazioni di protezione. Il solo vaccino non garantisce il bollino verde”, ha aggiunto l’esperto.
“Il dato del vaccino anti-Covid è che protegge contro le conseguenze della variante Delta per il ricovero, la rianimazione e la mortalità. Tre realtà pesanti – ha ricordato Galli – Il vaccino è meno efficace per proteggerci nei confronti dell’infezione. Secondo me conta molto la risposta immunitaria individuale”.