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Unione Italiana Food, in 7 anni risparmiati 69 mln di kg di CO2

Di Redazione |

Un risparmio idrico di 270.000 m3, tra il 2013 e il 2019. E ancora, 69.000.000 Kg di emissioni di CO2 risparmiate, pari al consumo di circa 36.300 autovetture; 19.500.000 Kg di rifiuti recuperati in più, quasi quanto la produzione annuale di scarti di un comune di 39.000 abitanti. Unione Italiana Food, associazione di categorie alimentari, che riunisce 450 aziende dell’agroalimentare, con 20 settori merceologici rappresentati, pubblica, sette anni dopo la prima edizione, il suo nuovo Rapporto di Sostenibilità. Il report 2020 nasce in continuità con il passato e compie uno passo in avanti, analizzando i trend e i risultati concreti raggiunti in questi 7 anni da cinque diverse categorie merceologiche simbolo del Made in Italy: pasta, prodotti da forno, cacao e cioccolato, gelati, confetteria. Settori produttivi, questi, capaci di generare nel nostro Paese un valore complessivo di circa 20 miliardi di euro l’anno. I dati contenuti nel report, raccolti ed elaborati da Unionfood, provengono da 36 stabilimenti produttivi situati su tutto il territorio nazionale che fanno capo a 10 delle principali aziende dell’alimentare in Italia: Barilla G. e R. Fratelli S.p.A., Bauli S.p.A., Ferrero S.p.A., Froneri S.R.L., Nestlé Italiana S.p.A., Pastificio Lucio Garofalo S.p.A., Perfetti Van Melle S.p.A., Sammontana S.p.A., Sperlari S.R.L., Unilever Italia Mkt. Operations S.R.L. Realtà, queste, fortemente rappresentative della produzione Made in Italy, con punte del 90% e del 70% nel settore dei gelati e in quello del cacao e cioccolato. “Questo rapporto – ha dichiarato Mario Piccialuti, direttore generale di Unione Italiana Food – racchiude tutto ciò di cui oggi il mondo discute, dalla lotta all’emergenza climatica, alla stretta correlazione tra sistemi alimentari globali e salute umana e ambientale, alla necessità di mettere in atto la sostenibilità e non lasciare che resti solo una promessa non mantenuta alle nuove generazioni. Le realtà presentate in questo Rapporto sono fortemente radicate nei propri territori di origine e al contempo capaci di portare nel mondo lo stile di vita italiano, ma rappresentano solo la punta dell’iceberg del settore alimentare italiano, per il quale la sostenibilità si è ormai affiancata a qualità e sicurezza come uno dei fattori di crescita e competitività”. Il calcolo degli indicatori ambientali analizzati (energia, acqua, rifiuti, CO2, sottoprodotti, produzione) mostra che il percorso di miglioramento è trasversale a tutti i settori analizzati. Se, per esempio, la produzione di prodotti da forno, e da ricorrenza, come Pandoro e Panettone, spicca per gli importanti risparmi nelle emissioni di anidride carbonica (circa il 42,7%, dal 2013 al 2019) e il settore della confetteria per quelli di acqua (si calcolano almeno 14,51 m3 di acqua risparmiati per ogni tonnellata di prodotto), il settore del cacao e cioccolato eccelle in materia di utilizzo di energia elettrica rinnovabile, tanto da essere passato dal 7% nel 2013 al 100% nel 2019.

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