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Trieste: poliziotti uccisi, difesa Meran ricorre a Cassazione per lasciare carcere

Di Redazione |

Milano, 11 giu. La difesa di Alejandro Stephan Meran, accusato dell’omicidio di due agenti della questura di Trieste e di sette tentati omicidi nei confronti di altrettanti poliziotti coinvolti nella sparatoria del 4 ottobre 2019, ha fatto ricorso in Cassazione contro la decisione del gip Massimo Tomassini di rigettare, in quanto inammissibile, l’istanza dei legali di sostituzione del carcere con una misura di sicurezza provvisoria, ossia il trasferimento per l’imputato – la cui pericolosità è stata riconosciuta dai periti del giudice – in una struttura adeguata per le cure psichiatriche. Lo apprende l’Adnkronos.

Per i difensori di Meran, gli avvocati Paolo e Alice Bevilacqua, l’esistenza di una diversità di opinioni rispetto alla capacità di intendere e volere – i consulenti di difesa e accusa concordano sul vizio totale di mente mentre nella perizia degli esperti incaricati dal gip si conclude per il vizio parziale – “avrebbe dovuto imprimere al gip l’onore di attivare un preciso potere decisionale che l’ordinamento gli assegna” dato che “il profilo della tutela della salute dell’indagato non può dipendere dall’iniziativa unilaterale e, pertanto, insindacabile del pubblico ministero”.

Se la Suprema Corte dovesse riconoscere la legittimità della scelta del giudice e dunque la possibilità solo per il pm di poter chiedere la sostituzione della misura per gli avvocati si pone un problema di compatibilità costituzionale essendoci “una barriera invalicabile ingiusta ed irragionevole all’accesso dell’indagato ad un regime di contenimento incline a tutelare il suo diritto alla salute e che, quindi, dovrebbe essere esclusivo patrimonio decisionale del giudice terzo di fronte alle risultanze probatorie in tema di capacità di intendere e di volere”. Della questione si discuterà il prossimo 16 luglio davanti ai giudici della prima sezione della Cassazione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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