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Transizione energetica e finanza green, la parola alle aziende

Di Redazione |

Roma, 16 dic. – Inquadrare il processo della transizione green, che coinvolge tutte le aziende e Pmi del Paese, con il rischio finanziario. E’ stato questo il tema del convegno ‘Energia, CO2 e rischio finanziario’, organizzato all’Università di Ca’ Foscari da eAmbiente Group e dall’Associazione Ca’ Foscari Alumni , che dal 2011 riunisce tutti i laureati dell’ Ateneo. Questo è stato il secondo incontro, celebrato in modalità remota ed in presenza, del format creato da eAmbiente Group denominato ‘TalkAboutGreen’, una serie di incontri mirati ad approfondire le tematiche di attualità legate alla transizione energetica e al cambiamento che stanno vivendo le aziende con l’introduzione e l’applicazione delle nuove politiche energetiche imposte dal Pnrr. “Il rischio che oggi corriamo – ha spiegato Gabriella Chiellino, fondatrice e presidente di eAmbiente Group – è di non renderci conto di quanto sia importante per un’azienda, di qualunque dimensione, iniziare un percorso di rendicontazione ambientale. Non oggi, ma in un futuro molto prossimo, le emissioni di CO2 diventeranno un costo per ogni azienda, perché è questa la direzione che ha intrapreso l’Europa con il New Green Deal. Quindi iniziare un percorso virtuoso di recupero della CO2, ma soprattutto di rendicontazione rispetto ai parametri Esg, porterà ad una migliore gestione della parte finanziaria”. La transizione energetica, ha spiegato Cristian Pulitano, direttore energy&strategy – dipartimento di ingegneria gestionale del Politecnico di Milano, “abbraccia la totalità dei settori che rappresentano l’economia di un Paese come l’Italia, introducendo diverse opportunità anche per le piccole-medie imprese che rappresentano il tessuto industriale del nostro Paese: la possibilità di ridurre i costi afferenti alla bolletta energetica tramite investimenti in efficienza energetica, eventualmente supportati da strumenti incentivanti che ne riducono il PayBack Time ovvero tramite l’utilizzo di fondi del Pnrr; le comunità energetiche appena recepite in via definitiva nel quadro normativo nazionale: il Carbon border adjstment mechanism (Cbam) che dovrebbe applicare alle imprese manifatturiere extra-Eu il medesimo trattamento economico di quella UE in merito alle emissioni di CO2”. “Tutti gli stakeholder stanno richiedendo sempre più informazioni Esg alle aziende” è intervenuta Monica Billio, Università Ca’ Foscari Venezia. “La necessità di dati Esg affidabili e armonizzati è cruciale per evitare distorsioni nei mercati (greenwashing) e allocazioni errate dei capitali sia da parte delle banche nel processo di credito che da parte degli investitori. Il rating è un giudizio sintetico che certifica la solidità di un’azienda dal punto di vista della sostenibilità e pur non sostituendo un rating finanziario tradizionale è lo strumento che permette l’accesso a finanziamenti sostenibili e viene richiesto sempre di più per dare l’accesso a filiere e catene di valore”. All’appuntamento hanno preso parte il Gruppo Saviola, il gruppo Nice Spa, Mep Group e Ipc Group. “Per Gruppo Saviola la sostenibilità è stata la cifra che ha guidato la crescita del proprio ecosistema dagli albori della sua nascita fino a oggi. Un metodo produttivo convertito all’economia circolare già negli anni Ottanta e che ha condizionato il contesto industriale internazionale cambiando i paradigmi nel settore legno, dalla raccolta, approvvigionamento e produzione 100% da legno post consumo” ha dichiarato il direttore Energy di Gruppo Saviola Marco Volpi. “La nostra azienda ha intrapreso già da tempo un importante percorso di transizione verso una maggiore sostenibilità del business. – ha dichiarato Marco Bianchet, Quality & Sustainability Global Director di Nice – Un asset strategico di Nice che abbraccia più ambiti: dal sostegno alle persone alla salvaguardia ambientale, fino alla valorizzazione delle comunità e realtà economiche locali. La misurazione della carbon footprint dell’organizzazione al fine di ridurre gli impatti ambientali, allineandosi agli standard climatici stabiliti dalle Nazioni Unite tramite l’accordo di Parigi e la realizzazione di un Report di Sostenibilità, saranno solo i primi passi verso questa importante trasformazione culturale e di processo, che riguarderà il gruppo a livello globale”. “Ipc Group è il primo produttore in Italia di macchine ed attrezzature per la pulizia industriale, ed il terzo in Europa. Opera in 5 stabilimenti dislocati fra il Veneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia. Occupa circa 1.000 dipendenti ed ha una rete di vendita, distribuzione ed assistenza capillare, presente in 120 paesi del mondo, anche con filiali controllate direttamente. Recentemente Ipc Group è entrata a far parte del Gruppo Tennant Corporation, con sede a Minneapolis, Minnesota, Stati Uniti d’America, diventando così uno dei primi produttori di Macchine ed Attrezzature per la pulizia nel mondo” ha affermato Mario Scarpa, delegate for Product Compliance and Regulatory Affairs Ipc Group. Secondo Vito Rotondi, ceo-managing director Mep Spa di Reana del Rojale – Udine, “il futuro del successo sostenibile chiama ad una responsabilità precisa: contribuire alla salvaguardia evoluta dell’ambiente, della società (civile, umana, inclusiva e digitale), della competitività, del diritto, della tecnologia e della redditività come misure della crescita sostenibile. Abbiamo da sempre posto la centralità del valore del patrimonio umano e morale dell’azienda, traslando le politiche di sostenibilità dal concetto di deterrenza sulla non conformità all’idea di sostenibilità a fondamento dei principi della società. Mep è sulle traiettorie delle tipologie di riforme del Pnrr, ne vive gli stimoli, le riforme e ne comprende gli scenari in cui è già presente con competenze, prospettive e capacità rilevanti”. Al dibattito ha inoltre partecipato Vincenzo D’Alberti, componente del nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici, Pcm, Dipe, che ha presentato tutti gli aspetti del Pnrr che riguardano proprio la transizione green. “La Missione 2 del Pnrr con i suoi 59,5 miliardi di stanziamento costituisce un volano fondamentale per la Transizione Ecologia e per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di decarbonizzazione dell’economia. Raggiungere gli obiettivi di sostenibilità è la vera scommessa per il futuro. Ruolo fondamentale è attribuito alle imprese e alla finanza che deve fungere da moltiplicatore per attuare gli investimenti necessari al nostro Paese” ha concluso D’Alberti.

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