Milano, 12 giu. C’è anche il Codacons tra le parti offese indicate dal gip di Verbania Elena Ceriotti nell’ordinanza con cui autorizza l’incidente probatorio – sulla fune traente, sul sistema frenante e sulla centralina della cabina della funivia precipitata il 23 maggio scorso – chiesto dalla difesa del capo servizio Gabriele Tadini, attualmente ai domiciliari per l’incidente sul Mottarone in cui hanno perso la vita 14 persone. Nel provvedimento indirizzato ai tre indagati – oltre a Tadini sono indagati il gestore dell’impianto Luigi Nerini e il direttore di esercizio l’ingegnere Enrico Pericchio – vengono indicati i familiari delle vittime e anche l’associazione di consumatori.
Il giudice ha nominato come perito l’ingegnere Antonio De Luca dell’università Federico II di Napoli, riservandosi la nomina di altri esperti, e ha convocato le parti in tribunale a Verbania per il conferimento dell’incarico il prossimo 8 luglio. Anche Tadini potrà, se vorrà, presenziare all’udienza, vista l’autorizzazione del gip.
Il capo servizio ha ammesso di aver lasciato inserito i forchettoni sulla cabina precipitata – stratagemma per sopperire al malfunzionamento del sistema frenante – che hanno impedito alla cabina numero 3, una volta che si è rotta la fune traente per motivi ancora da accertare, di non precipitare e di schiantarsi “a folle velocità” contro il tronco di un albero. La decisione del blocco ai freni, a suo dire, era condivisa con gli altri due indagati che invece respingono le accuse. Tadini deve rispondere anche di falso per aver omesso di scrivere nel ‘registro giornale’ le anomalie dell’impianto, in particolare i rumori provenienti dal sistema frenante della cabina precipitata sentiti anche la mattina dell’incidente.