Roma, 11 set. Continua ad aumentare la conoscenza del lascito solidale, che cresce di ben 12 punti percentuali in 5 anni. E’ quanto emerge dall’indagine “Valori, donazioni e lasciti solidali” realizzata da Walden Lab-Eumetra per il Comitato Testamento Solidale su un campione rappresentativo di italiani di 25+ anni (circa 46,5 milioni, in base ai dati Istat). I risultati della ricerca sono stati presentati oggi a Roma, nell’ambito dell’evento dal titolo “Lascito Solidale – Un ponte tra passato e futuro” organizzato dal Comitato Testamento Solidale, con il patrocinio e la collaborazione del Consiglio Nazionale del Notariato, in occasione della Giornata internazionale del Lascito Solidale, che ricorrerà il prossimo 13 settembre.
Un panel di esperti ha fatto il punto sullo stato della solidarietà in Italia a partire proprio da quanto emerso dall’indagine. Nella prima parte dell’evento, in cui sono stati presentati i risultati della ricerca “Valori, donazioni e lasciti solidali”, sono intervenuti Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale; Paolo Anselmi, Fondatore e Presidente di Walden Lab e Docente di Marketing Sociale presso l’Università Cattolica di Milano e Flavia Fiocchi, Consigliere Nazionale del Notariato con delega al Notariato per il sociale. Nella seconda parte, durante il talk “Lascito solidale: Un ponte tra passato e futuro”, sono intervenuti Emanuela Di Pietro, Presidente del Comitato Testamento Solidale; Luca Vallario, Psicologo, Psicoterapeuta, Didatta Collegio Europeo di Scienze Psicosociali (ECOPSYS) – Napoli e Docente Associazione per la Ricerca in Psicoterapia Cognitivo Interpersonale (ARPCI), Roma e Paolo Apolito, Antropologo, Università Roma Tre. L’evento è stato moderato della giornalista Francesca Romana Elisei.
A quanto emerge dalla ricerca, l’onestà, il rispetto degli altri, la famiglia, il rispetto delle regole e lo spirito di generosità sono i principali valori che gli italiani dichiarano di aver ricevuto dalla famiglia e reputano cardine nella propria vita. Quando poi si chiede loro di sceglierne uno prevalente su tutti, gli italiani indicano al primo posto la famiglia (25%) seguito di poco dall’onestà (23%). E, a prescindere da quale sia quello più importante, la quasi totalità degli abitanti del Belpaese (97%) è concorde nel dichiarare che ci sono sicuramente valori tramandati dalla famiglia che si sono rivelati fondamentali nella propria vita. Quando si parla, poi, di valori scoperti sulla base della personale esperienza, nel corso della propria vita, emergono le nuove sensibilità, traccia del cambiamento culturale più recente: la parità di genere e il rispetto della natura sono entrambi al 23%, seguiti da cultura e conoscenza (22%), amicizia e rispetto del diverso (entrambi al 19%).
La famiglia, cellula costitutiva della società italiana, si conferma dunque inamovibile dal vertice della piramide: è il primo tra i valori che gli italiani dicono di aver ereditato ed è prima anche nel ruolo di tutela e promozione dei valori stessi per il 75% degli italiani, che la reputano il soggetto che più si sta impegnando in questa missione. Subito dopo la famiglia, troviamo il Terzo Settore insieme alla scuola, entrambi al 65%.
La gerarchia dei valori cambia poco anche se si pensa a quelli da trasmettere ai discendenti e alle future generazioni: nelle prime cinque posizioni ritroviamo l’onestà (39%), il rispetto degli altri (36%) e, ancora, la famiglia (30%), seguiti dal rispetto delle regole (22%) e dalla generosità (21%). Una menzione speciale per la gentilezza, che viene riconosciuta come valore ricevuto in eredità dal 14%, scoperto con l’esperienza dal 17% e da tramandare ai posteri dal 19%, attestandosi così come l’unico valore in crescita nelle tre domande, segno della percezione di una carenza di questo valore nella società contemporanea.
Se si chiede poi agli italiani, quale simbolo del nostro mondo vorrebbero lasciare a chi verrà dopo di noi, mentre 6 su 10 non riescono a indicare un oggetto che rappresenti i valori importanti, tra coloro che rispondono – il 41% – è elevato il numero di coloro (108) che fanno riferimento a un valore o a una qualità e non ad un oggetto/prodotto: il rispetto, l’onestà, la pace, la sincerità, la conoscenza, l’unità della famiglia, la libertà, l’amore tra i più citati. Ma c’è anche chi cita un oggetto “materiale”: tra i più gettonati, libri, elementi naturali come alberi e fiori, la casa di famiglia, un simbolo religioso come un crocefisso o un testo sacro, oggetti con un elevato valore simbolico (la bandiera italiana, la Costituzione/il Codice Civile, il fazzoletto scout…) o con un valore affettivo/familiare (un orologio, un bracciale, un quadro).
Spostandoci dalla dimensione individuale a quella collettiva, chi potrebbe rendere migliore la nostra società? Gli italiani non hanno dubbi: in primo luogo i cittadini (88%) e il Terzo settore (87%), seguiti da enti locali (84%), Europa (80%), mass media e governo (entrambi al 79%), PMI (77%) e grandi imprese (76%), Chiesa (73%) e infine banche (67%). Ma passando dal potenziale al reale, chi lo sta concretamente facendo? Qui il Terzo settore torna prepotentemente primo con il 77%, con un profondo distacco da tutti gli altri attori: Chiesa (48%), cittadini (47%), Europa (42%), PMI (41%), enti locali (39%), mass media (34%), grandi imprese (33%), governo (27%) e infine banche (22%).
Nel gap tra aspettative e percezioni, dunque, l’unico attore che mantiene una coerenza di posizione è il Non Profit. Gli italiani lo considerano un faro per la tenuta sociale e ne riconoscono la grande rilevanza per il contributo che dà alla realizzazione di una società migliore (84%), dal punto di vista culturale per i valori che rappresenta e promuove (82%), dal punto di vista economico per il valore dei servizi che produce (76%). Per l’83% degli intervistati, il Non profit interpreta e trasmette valori indispensabili per la tenuta e la coesione della nostra società; per l’82% rappresenta un modello alternativo di società, basata sulla cooperazione piuttosto che sulla competizione; l’81% pensa che sopperisca alle istituzioni nel dare risposta ai bisogni più urgenti.
Guardando alla propensione degli italiani a fare testamento, per 7 su 10 si tratta ancora di un tema lontanissimo: nel 2024 stabile e maggioritaria è la percentuale di chi è decisamente contrario (71% vs 72% nel 2023), così come resiste quel 18% che lo ha già fatto o è intenzionato a farlo (19% nel 2023).
Ma continua ad aumentare la conoscenza del lascito solidale, che cresce di ben 12 punti percentuali in 5 anni: nel 2024 l’84% degli over 50 sa cosa sia un lascito testamentario a sostegno di cause benefiche e ne ha sentito parlare (vs 82% nel 2023, 79% nel 2022, 73% nel 2021, 72% nel 2020). In concreto, sono 6,3 milioni gli italiani (24% degli over 50) che hanno un orientamento positivo verso il lascito solidale: il 2%, più di mezzo milione di individui, ha già previsto un lascito nel proprio testamento, ma soprattutto cresce in modo significativo (dal 19% al 22%, pari a oltre 5,7 milioni di persone) la percentuale di quanti si dichiarano propensi a prenderlo in considerazione. Per il restante campione, il 30% è indeciso (35% nel 2023) e il 46% è sfavorevole (44% nel 2023).
Il lascito si conferma un “affare di famiglia”: 7 italiani su 10 coinvolgerebbero i parenti più stretti nella scelta (68%) e solo il 18% dichiara che prenderebbe questa decisione da solo. La prima decisione da prendere insieme ai familiari riguarda l’importo o il bene da destinare al lascito solidale (64%), l’organizzazione da supportare (42%), Il numero e la tipologia di cause da sostenere (21%).
“I dati ci raccontano come, in uno scenario di crescente incertezza, il Terzo Settore goda di grande fiducia tra gli italiani, che gli riconoscono un ruolo veramente decisivo nella costruzione di una società migliore – dichiara Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro – Sono notizie che ci lasciano ben sperare: è indubbio come le organizzazioni del Terzo Settore svolgano un ruolo cruciale in molte aree dove spesso le istituzioni non riescono ad arrivare, offrendo supporto e servizi essenziali a comunità e individui in difficoltà. Il loro impegno quotidiano per il bene comune, la loro capacità di rispondere rapidamente alle emergenze sociali e di innovare nelle soluzioni sono elementi che contribuiscono significativamente alla costruzione di una società più equa e solidale. Siamo consapevoli che il lascito solidale continua ad essere scelto solo da una minoranza di italiani. Tanti italiani in più rispetto al passato, però, ora sanno che esiste questa forma di solidarietà; negli ultimi undici anni, il Comitato ha accompagnato l’opinione pubblica in un percorso di conoscenza e consapevolezza sul lascito solidale, di cui oggi vediamo i frutti. Il lavoro da compiere è ancora tanto, il nostro impegno continua”.
“Come Notariato lavoriamo con grande entusiasmo al progetto di diffusione della cultura del lascito solidale e registriamo con orgoglio il crescente interesse degli italiani verso uno strumento così importante per sostenere cause benefiche e per portare una visione positiva ed altruista nella società – dichiara Flavia Fiocchi, consigliere nazionale del Notariato con delega al Notariato per il sociale – Negli ultimi cinque anni, la consapevolezza sul tema è cresciuta del 12% tra gli over 50, segno che sempre più persone riconoscono l’importanza di pianificare tramite testamento la devoluzione del proprio patrimonio, in modo responsabile e consapevole. Ma c’è ancora molto da fare: il 71% degli italiani considera il testamento un argomento distante e poco rilevante. Questo dimostra quanto sia necessario continuare a informare e sensibilizzare i cittadini sui vantaggi di una buona pianificazione testamentaria. Il nostro impegno, come notai, è quello di continuare a promuovere la cultura del testamento, ed in particolare del testamento solidale, fornendo ai cittadini gli strumenti di conoscenza necessari per far sì che la volontà del testatore sia riportata in modo chiaro nel rispetto della legge e venga pertanto sempre rispettata”.
Il Comitato Testamento Solidale, nato nel 2013 per opera di 6 Organizzazioni promotrici, è impegnato da oltre un decennio nel coinvolgimento del mondo del Non Profit in importanti attività di studio del settore, di informazione e di sensibilizzazione. Attualmente il Comitato conta 28 associazioni aderenti: AIL, AISM, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Fondazione Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Airalzh – Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, Aiuto alla Chiesa che Soffre, Amref, Associazione Luca Coscioni, Centro Benedetta d’Intino, Comitato Italiano per l’UNICEF Fondazione ETS, Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, Fondazione Humanitas per la Ricerca, Fondazione L’Albero della Vita ETS, Fondazione Mission Bambini ETS, Fondazione Operation Smile Italia ETS, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Fondazione Progetto Arca, Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica ETS, Fondazione Telethon ETS, Fondazione Umberto Veronesi, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, San Patrignano, Smile House Fondazione ETS, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS-APS, VIDAS.
Accedendo al sito www.testamentosolidale.org è possibile avere un’esaustiva panoramica sui progetti e le iniziative realizzate dalle associazioni non profit che aderiscono al Comitato Testamento Solidale e scaricare la Guida ai lasciti solidali che offre informazioni ampie e dettagliate sull’argomento.