ROMA, 30/01/2023 – L’introduzione della sigaretta elettronica ha rappresentato un notevole punto di svolta per il mercato del tabacco e, più in generale, dei prodotti per fumatori. Per la prima volta, infatti, i consumatori avevano la possibilità di utilizzare un dispositivo elettronico in grado di simulare l’esperienza offerta da una comune sigaretta, pur non contenendo tabacco.
Le “e-cig” hanno contribuito a scalfire il monopolio del tabacco da combustione, disponibile sotto forma di prodotti tradizionali quali sigarette, sigari, sigarini, pipe e simili. Successivamente, la comparsa dei dispositivi a tabacco riscaldato ha contribuito a diversificare ulteriormente le opzioni di scelta a disposizione dei consumatori, offrendo un’alternativa a base di tabacco.
A differenza di quanto si possa pensare, si tratta però di due prodotti molto diversi, il cui unico tratto in comune è la capacità di simulare in maniera piuttosto verosimile l’esperienza del fumo, non solo dal punto di vista strettamente gestuale. Di seguito, analizziamo le principali differenze che contraddistinguono una e-cig da un riscaldatore di tabacco.
THP: come funzionano i dispositivi a tabacco riscaldato
A livello commerciale, i riscaldatori di tabacco vengono indicati con le sigle THP (acronimo di Tobacco Heating Product) oppure HTP (Heated Tobacco Product). Entrambe indicano una tipologia di dispositivo che, sfruttando una specifica tecnologia, riscalda una miscela di tabacco in maniera tale da produrre un vapore di tabacco senza innescare il processo di combustione come, di contro, avviene nelle comuni sigarette.
Lo ‘svapo’ con la sigaretta elettronica: in cosa consiste
Derivato dall’inglese ‘vaping’, il termine ‘svapo’ è ormai entrato a far parte del linguaggio comune, e viene usato per indicare l’utilizzo della sigaretta elettronica.
Le e-cig, infatti, sono dispositivi di vaporizzazione; grazie ad un atomizzatore interno, sono in grado di produrre un aerosol (contenente nicotina e aromi), a partire da una soluzione liquida contenuta in un piccolo serbatoio. L’atomizzatore è collegato ai sensori presenti nel boccaglio; quando l’utilizzatore inspira l’aria, questi attivano l’alimentazione del cleromizzatore; la soluzione acquosa viene quindi scaldata fin quando non si trasforma in un vapore biancastro (la colorazione è dovuta all’aggiunta del glicerolo o del glicole propilenico nel liquido).
In base alla modalità di ricarica, le sigarette elettroniche si distinguono in dispositivi “a sistema aperto” oppure “a sistema chiuso”. I primi consentono di rabboccare il serbatoio ogni qual volta il liquido è esaurito; nei secondi, invece, è necessario rimuovere l’intera cartuccia contenente il serbatoio con la soluzione, per rimpiazzarla con una nuova, sigillata e precaricata. Le e-cig a sistema chiuso vengono spesso chiamate “cigalike” perché hanno una forma sottile ed affusolata che ricorda molto quella delle sigarette tradizionali mentre i dispositivi a sistema aperto sono solitamente denominate ‘mod’ oppure ‘pen like’, e presentano un design più complesso e voluminoso.
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glo™ è un dispositivo di tabacco riscaldato sviluppato da British American Tobacco (BAT) per fornire un’esperienza di consumo di tabacco meno dannosa rispetto ai prodotti tradizionali. Grazie ad un sofisticato sistema a induzione (Advanced Heat Technology), scalda dall’esterno stick di tabacco senza bruciarli e a temperature inferiori a quelle di combustione, producendo vaporizzazione anziché fumo. In questo modo, gli utenti possono inalare un aerosol contenente nicotina e altri composti del tabacco senza l’esposizione alle sostanze chimiche dannose prodotte dalla combustione*. glo™ è stato lanciato nel 2016 in Giappone e successivamente in alcuni mercati internazionali.
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*Questo prodotto non è privo di rischi e contiene nicotina, una sostanza che crea dipendenza.