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Strage Paderno: arrestato, ‘venerdì volevo uccidere famiglia ma non ero convinto’

Di Redazione |

Milano, 5 feb. “Avevo già pensato di commettere questo fatto. Non è stata un’idea che ho avuto ieri sera…Già la sera prima avevo intenzione di farlo, ma non l’ho fatto perché non ero convinto, non me la sentivo. Il pensiero mi è rimasto durante tutto il giorno, poi alla sera è esploso e l’ho fatto. Ieri sera quando avevo in mano il coltello ho iniziato e da li ho deciso di non fermarmi più perché pensavo che sarebbe stato peggio se mi fossi fermato”. Con queste parole, riportate nel provvedimento con cui il gip dei minori ha convalidato l’arresto e disposto il carcere, il 17enne di Paderno Dugnano ha confessato, domenica scorsa, l’omicidio del fratellino di 12 anni e dei genitori.

Un triplice delitto di cui improvvisa una versione finta, addossando l’omicidio del fratello e della madre al padre. Poi, davanti ai magistrati crolla e ammette di aver infierito su tutti i corpi. Un delitto che matura a poche ore dalla festa di compleanno del padre, festeggiato a casa con i nonni, e che viene fatto con “l’unica arma che avevo a disposizione in casa”. Una strage dettata da un disagio personale, dall’incapacità di sentirsi parte del mondo, dalla voglia di andare lontano e “cancellare tutta la mia vita di prima”.

Eppure i nonni, sentiti come testimoni dai carabinieri, li descrivono come una “famiglia perfetta”, con un padre attento all’educazione e una madre che, pur severa con i figli, era molto presente e premurosa, e con i due fratelli che avevano un rapporto “idilliaco”. Il minore, che a breve compirà 18 anni, viene descritto come un ragazzo “meraviglioso, bravo, educato, aiutava in casa, faceva sport” con un carattere “riservato, con quasi la tendenza a opprimersi per non turbare l’equilibrio familiare”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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