Roma, 29 nov. “L’Agenda 2030, firmata nel 2015, è obiettivamente il più grande sforzo globale verso un mondo migliore che abbiamo fatto finora, ciononostante siamo drammaticamente indietro, siamo indietro a livello globale, a livello europeo, a livello nazionale”. Così Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’Asvis, intervenendo all’evento ‘Le nuove sfide della sostenibilità’, a cura di Eikon Italia Società Benefit in collaborazione con il Gruppo Adnkronos. “L’ultimo rapporto Asvis pubblicato a metà ottobre lo mostra chiaramente: prima la pandemia, poi la guerra, l’inflazione e l’aumento dei prezzi hanno spinto indietro il mondo rispetto agli avanzamenti che pure c’erano stati tra il 2015 e il 2018; l’Europa è il luogo più sostenibile al mondo, ciononostante neanche l’Europa è su un sentiero di sostenibilità ambientale, economica, sociale, istituzionale e l’Italia è particolarmente indietro”. “Sui 17 obiettivi dell’Agenda 2030, soltanto su 8 abbiamo dei miglioramenti, ma sono miglioramenti contenuti. Per 6 abbiamo addirittura dei peggioramenti rispetto al 2010: sulle disuguaglianze, sulla tutela degli ecosistemi marini, terrestri, sulla cooperazione allo sviluppo. Quindi abbiamo necessità assolutamente di accelerare – spiega – Il governo si è impegnato in sede Onu a settembre a fare un Piano di accelerazione proprio per raggiungere gli obiettivi. Noi stiamo pressando il governo proprio in questa direzione, ma il tempo è veramente ridotto”. Agire subito dunque. “Nel rapporto Asvis ci sono molte raccomandazioni: per esempio in tema di sanità, abbiamo bisogno di investire sulla cura delle persone non autosufficienti. Nel campo delle disuguaglianze, la riforma fiscale dovrebbe andare in una direzione per ridurre le disuguaglianze, non aumentarle. Nel campo ambientale molto si può fare: adesso il governo, nel nuovo Pnrr ridisegnato, ha preso l’impegno di riformare i Sussidi dannosi per l’ambiente, parliamo di numerosi miliardi, che dovrebbero essere orientati invece a favore dell’ambiente. Ci sono tantissime cose da fare ma bisogna farle molto rapidamente. Purtroppo la legge di bilancio non va in questa direzione”. “Le aspettative sono alte purtroppo, però, vediamo che le tensioni internazionali rendono molto difficile raggiungere degli accordi”. “Una buona notizia è stato l’incontro tra Xi Jinping e Biden sul tema dell’accelerazione verso la lotta al cambiamento climatico – osserva – Bisogna capire se i Paesi in via di sviluppo e i Paesi sviluppati riusciranno a trovare dei punti di accordo, perché anche in questo campo ci sono state tante promesse da parte dei Paesi sviluppati che poi non sono diventate realtà. Quindi ci sono forti tensioni, non è detto che si riesca a trovare un accordo vantaggioso per tutti”. “In questa Cop ogni Paese deve aggiornare i propri impegni. Al momento le analisi che sono state fatte mostrano che non riusciremo a fermare l’aumento della temperatura entro 1,5°C; forse, durante la Cop ci saranno impegni ulteriori dei governi per andare in questa direzione, lo scopriremo. Per l’Italia io mi aspetterei un impegno forte per il fondo per il clima”, conclude.