Roma, 3 feb. “Non siamo preoccupati per un’eventuale manifestazione degli anarchici a Sanremo, dubito che abbiano interesse a venire nella nostra manifestazione, che rifugge la violenza ed è una cosa pacifica di preghiera e musica. Penso che loro siano attratti dal festival, non da noi. No, non temo che ci siano commistioni”. A parlare con l’Adnkronos è Diego Costacurta, leader di Pecora Nera e ideatore, insieme al Comitato di Liberazione Nazionale, della manifestazione pacifista che sabato 11 febbraio protesterà nella cittadina ligure contro la partecipazione del presidente dell’Ucraina Zelensky al festival di Sanremo.
“La nostra è una festa, un momento di musica, persone eterogenee con il focus del disarmo, niente che possa andare verso un’azione violenta e su questo sono tranquillissimo -assicura Costacurta- Se si devono infiltrare penso che troverebbero ‘lungo’, ovvero nessuno aderirebbe e li seguirebbe perché non ci coniughiamo con la violenza”. Qualora si dovessero verificare delle infiltrazioni di anarchici tra la folla, come verrà gestita la situazione? “Troverebbero il nostro disappunto serio, il servizio d’ordine sarà molto attento e provvederà ad avvisare immediatamente le forze dell’ordine”, assicura Diego Costacurta, ex poliziotto che oggi vive in una fattoria in campagna in mezzo alla natura.
Costacurta rivela all’Adnkronos che “la manifestazione sta crescendo un maniera esponenziale. E’ nata da un’idea che verte sull pace, nasce sotto l’egida spirituale e non mi aspettavo questo coinvolgimento, sono ormai tantissime le sigle che stanno aderendo, movimenti religiosi, spirituali, pacifisti, no armi, no Nato. Io ho aperto a tutti, da destra a sinistra, non mi piace essere etichettato in nessun modo, qua siamo tutti diversi ma c’è un focus uguale per tutti, che è il disarmo”. Il riscontro, spiega il leader pacifista, “è stato sorprendente, e continua a crescere di ora in ora. Sono tantissime sigle di associazioni che si sono esposte e arriveranno pulmann da tutta Italia, ho contezza dal Veneto, Liguria, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, da ovunque”.
Zelensky a Sanremo, per quanto li riguarda, “è come buttare benzina sul fuoco. Non si può chiamare una parte belligerante al festival, per giunta a chiedere le armi. E non è una questione ideologica, avrei fatto lo stesso discorso per Putin”, scandisce Costacurta. Che chiosa: “Qui c’è un popolo, anche eterogeneo, che però finalmente converge tutta su un punto: non volere più personaggi sia di destra che di sinistra, che gioca ad avere maschere di comodo”.