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**Sanremo: Colla Zio, ‘sul palco dell’Ariston l’insicurezza della pandemia’**
Roma, 23 gen. “Questo è un brano ‘mare e monti’ nato durante la pandemia. Lo abbiamo scritto in parte in una casa in montagna e in parte al mare, durante l’isolamento della pandemia. Parla di una relazione ma il vero tema è la fragilità, l’insicurezza. Sul presente, sul futuro e sull’amore. Non è un inno all’amore ma un inno alla vita”. I Colla Zio, il collettivo milanese formato da Tommaso Bernasconi, Tommaso Manzoni, Andrea Malatesta, Andrea Arminio e Francesco Lamperti, presenta così ‘Non mi va’, il brano con cui esordiranno a Sanremo 2023, dopo aver superato la selezione di Sanremo Giovani: “Amadeus ha voluto sentire da subito anche il brano che avremmo eventualmente portato al festival, oltre a quello di Sanremo Giovani, ed evidentemente gli è piaciuto”, sottolineano.
La band (il cui nome nasce dall’esortazione, in slang milanese, con cui si dà il via ad una colletta), in cui tutti i componenti hanno circa 25 anni, è nata tra i banchi di scuola: “Avevamo iniziato a cantare a cappella per le strade di Milano. Poi siamo passati per il rap e ora abbiamo uno stile nostro. Il brano che portiamo a Sanremo musicalmente ci rappresenta, è un uptempo un po’ funk”, dicono i Colla Zio che dopo il festival pubblicheranno anche il loro primo album, ‘Rockabilly Carter’. “Parecchi dei brani che lo compongono sono figli del trauma della pandemia vissuta a 20 anni, con tutte le nostre insicurezze. E Rockabilly Carter è il personaggio (di fantasia, ndr.) che attraversa diverse delle storie del disco. Un personaggio problematico, che fa fatica a comunicare e ritiene di non essere compreso. Un personaggio che cade ma che trova la forza di rialzarsi”, dicono, spiegando di aver pensato di farne anche un fumetto.
Proprio la loro natura di collettivo, il linguaggio e in parte le sonorità hanno portato qualcuno a paragonarli a Lo Stato Sociale ma loro non ci stanno: “Non paragonateci a nessuno. Noi puntiamo sull’originalità”, dicono. E al festival si stanno preparando molto seriamente: “Siamo emozionati. Stanchi ma felici. Stiamo lavorando tanto per arrivare pronti a questo festival. Temiamo le nonne, le opinioni dei parenti. Anche se tutti insieme, noi cinque potremmo andare anche sulla luna senza casco”. Al festival, dicono, “andremo come spugne, con la curiosità massima, per portarci a casa il massimo dell’esperienza di questo mondo che vogliamo diventi il nostro lavoro. Siamo molto eccitati di conoscere i grandi protagonisti del festival e del dietro le quinte”. Li incuriosiscono Colapesce e Dimartino ma anche Giorgia, i Black Eyed Peas, Lazza, Tananai e i Cugini di Campagna. “Seguivamo già prima Sanremo, perché resta l’evento musicale più importante d’Italia, ma la direzione di Amadeus lo ha reso sicuramente più vicino ai gusti della nostra generazione”, dicono.
Divertiti dal FantaSanremo, dove sono gettonatissimi nella composizione delle squadre, avvertono: “Qualcosa ci inventeremo ma non faremo i giullari. Andiamo al festival per far conoscere la nostra musica”. Perché, più di ogni cosa, al festival sperano di “trovare un pubblico che ci apprezzi e che venga ai nostri concerti”. Dopo l’uscita dell’album ‘Rockabilly Carter’, il 17 febbraio, partirà infatti il tour nei club, dal 22 marzo. Prima tappa Roma. “Non vediamo l’ora di suonare l’album dal vivo”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA