Roma, 11 lug. (Labitalia) – Il Rapporto Inps presentato oggi “ci consegna il ritratto di un Paese in transizione, che sta attraversando una fase difensiva ma che deve svoltare per guardare al futuro. In particolare, il capitolo sulla cassa integrazione restituisce un anno, quale il 2021, dove l’utilizzo capillare degli ammortizzatori sociali è riuscito a esercitare la sua funzione di ‘scudo’. E proprio grazie all’impegno dei consulenti del lavoro. Ma mostra anche i limiti di un’azione tutta impostata sulle politiche passive e che non mostra una visione futura”. Così, intervistata da Adnkronos/Labitalia, Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro.
Il fatto che nel XXI Rapporto Inps viene riconosciuto un ruolo fondamentale agli intermediari “mi pare una bella cosa ed è la prima volta che un intero paragrafo viene dedicato all’attività di chi permette che all’Istituto arrivino dati e risorse necessarie per le attività istituzionali. L’impegno giornaliero dei consulenti del lavoro e degli altri intermediari è indispensabile e vitale per il Paese. E il Rapporto lo testimonia in pieno, riportando anche i numeri di questo impegno”.
“Misure di sostegno a chi non lavora o a chi è in difficoltà -continua Calderone- sono tipiche di tutti i Paesi dove il welfare è di casa. E in Italia ci sono sempre state. La novità del reddito di cittadinanza era stata la stretta connessione con le politiche attive, che come è noto è stato un fallimento assoluto. Chi percepisce il sussidio lo percepisce senza alcun vincolo e questo lascia spazio a una situazione socialmente molto negativa. I giovani non sono stimolati ad accettare le proposte di lavoro e il problema non sono le basse retribuzioni, come commentano alcuni. Sono rifiutate proposte formulate secondo le previsioni dei Ccnl per non perdere il sussidio. Sui benefici effetti dichiarati preferisco glissare perché sono affermazioni prive di qualsiasi rilevanza scientifica. Serve una profonda revisione”, conclude Calderone.