In alternativa, esistono sistemi per favorire il voto dei parlamentari in quarantena o in isolamento fiduciario, come il voto da remoto? “Il voto di chi è in quarantena si potrebbe agevolare o con una riforma del regolamento parlamentare della Camera per consentire il voto da remoto, attraverso l’approvazione di una norma a maggioranza assoluta, dunque con il consenso generale; oppure, a regolamento vigente, si potrebbero comunque predisporre più urne, anche non necessariamente all’interno dell’emiciclo, con percorsi dedicati e questo potrebbe favorire il voto di tutti”.
Contrarietà? “Nella prima ipotesi – analizza Marini – il timore è che si possa riuscire a risalire all’autore del voto, ma in realtà esistono sistemi che garantiscono l’anonimato al pari del voto cartaceo; nella seconda c’è il fatto che ad oggi i positivi al covid non possono votare e, dunque, verrebbero alla Camera violando le regole vigenti contro la diffusione del Covid. Ma con un decreto-legge si potrebbe consentire ai parlamentari in quarantena una deroga per poter esprimere il proprio voto, garantendo adeguate misure di sicurezza. Del resto va considerata la rilevanza istituzionale di tale voto e anche che storicamente per il presidente della Repubblica hanno votato pressoché tutti i parlamentari, con un tasso di assenza sempre prossimo allo zero”, conclude.
(di Roberta Lanzara)