Roma, 20 ott. (Labitalia) – “Il problema della previdenza è il sistema di calcolo dell’assegno pensionistico, che va reso più equo. E per farlo, innanzitutto, i contributi pubblici versati dai lavoratori devono essere rivalutati in modo equo. Cosa che non avviene oggi perchè sono legati all’andamento del Pil. E che c’entra il Pil con la rivalutazione dei contributi dei lavoratori?”. E’ la richiesta che arriva dal segretario generale della Confsal, Angelo Raffaele Margiotta, conversando con Adnkronos/Labitalia.
E per il leader sindacale “tutto il sistema contributivo deve essere reso più equo”. “Si deve mettere mano anche sulla restituzione dei contributi con l’assegno stesso quando i lavoratori vanno in pensione, il frazionamento legato all’aspettativa di vita deve essere più equo e non ‘truccato'”, conclude.
E per Margiotta “Quota 41 o simili -continua Margiotta- non è la soluzione al problema delle pensioni. E poi, se vogliamo fissare una quota per l’uscita dal lavoro, dobbiamo ricordarci che non sono ‘valide’ per tutti, perchè ci sono lavori usuranti e gravosi che non permettono ai lavoratori di arrivare a quel numero di anni di lavoro. E quindi se ne deve tenere conto nello stabilire la quota”.
E secondo il leader sindacale “con ‘Opzione donna’, così come è costruita, si fa un ricatto, un’estorsione alle lavoratrici. Si dice loro: vai prima in pensione ma rinuncia alla quota retributiva della pensione. E’ inaccetabile”.
Secondo Margiotta, “per le lavoratrici è il prezzo da pagare per andare in pensione”. “Lavoratrici che sono impossibilitate a lavorare perchè altrimenti continuerebbero a farlo piuttosto di subire queste decurtazioni”, conclude