Roma, 7 dic. (Adnkronos/Labitalia) – “Il turismo organizzato è ancora lontano dai dati del 2019 ma le proiezioni per Natale e Capodanno, seppur ancora non raggiungano i dati pre-pandemia, rispetto allo scorso anno presentano grande dinamicità, con un +48% dei clienti prenotati e con un prezzo medio pagato pari a + 31%. Il valore medio per persona è superiore del 17% anche rispetto al dato del 2019”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Domenico Pellegrino, ceo del Gruppo Bluvacanze, traccia un primo bilancio sull’andamento delle prenotazioni per i viaggi degli italiani in occasione delle prossime festività natalizie.
All’interno della divisione distribuzione (agenzie di viaggio) del Gruppo Bluvacanze sono 900: 300 sono di gestione diretta e costituiscono ‘la più grande agenzia viaggi d’Italia’. Altri 600 punti vendita indipendenti, o legati a network partner, sono affiliati a Bluvacanze e costituiscono il polo distributivo Blunet. Il Gruppo Bluvacanze è di proprietà di Msc Cruises e comprende anche il tour operator Going e Cisalpina Tours, una travel management company, (business travel) leader in Italia.
Per Pellegrino in particolare per le prossime festività natalizie “Egitto e crociere sono le destinazioni regine, con il 37% ed il 28 % di share. È confermato l’appeal delle Maldive e c’è una interessante richiesta per gli Emirati Arabi, rivitalizzata dai Mondiali di calcio in Qatar”.
E il trend positivo è previsto già per il Ponte dell’Immacolata. “Dando uno sguardo all’imminente Immacolata, che per i milanesi vede l’abbinata con Sant’Ambrogio il 7 dicembre, si confermano protagoniste le crociere e i mercatini di Natale, mentre emerge un ottimo trend dei tour della Francia. In ultimo, un beneaugurante ritorno del lungo raggio mare con il Kenya, in passato un classico delle festività dicembrine per gli italiani”, sottolinea Pellegrino.
Ma nonostante i segnali positivi gli effetti dell’inflazione si fanno sentire anche sui viaggi degli italiani. “Certamente -spiega il ceo di Bluvacanze- gli effetti dell’inflazione ed i maggiori costi di produzione incidono significativamente, ma registriamo ovunque una ricerca della qualità e del servizio in logica di ‘value for money’, piuttosto che del prezzo più basso a prescindere; un modo migliore e più consapevole per viaggiare, investendo sulla vacanza una quota più consistente del proprio reddito. Non raggiungiamo i volumi del 2919, comunque, proprio per il ‘caro vita’, che rischia di orientare ampie fasce di popolazione verso la rinuncia ai viaggi, oppure a costringerle verso soluzioni low-cost a basso valore aggiunto”, conclude.