Milano, 23 feb. Dall’analisi dei bilanci di sostenibilità 2020 delle aziende del sistema moda emerge la crescente attenzione alle tematiche Esg (Environment, Social and Governance), accelerata dalla pandemia. Questo uno dei risultati del nuovo report sul Sistema Moda dell’Area Studi Mediobanca presenta che aggrega i dati finanziari di 70 multinazionali della moda e delle 134 grandi Aziende Moda Italia.
Le multinazionali della moda si sono impegnate per un futuro più sostenibile e per la salvaguardia dell’ambiente, con crescente incisività rispetto allo sforzo compiuto negli anni precedenti. Diminuiscono i consumi idrici (da 350 m3 di acqua consumata per un milione di fatturato nel 2019 a 304 nel 2020), le emissioni di CO2 (da 1.528 tonnellate di CO2 per un milione di fatturato nel 2019 a 1.512 nel 2020), i rifiuti prodotti (da 3,0 tonnellate per un milione di fatturato nel 2019 a 2,7 nel 2020) e aumenta il ricorso all’energia elettrica rinnovabile (dal 49,9% nel 2019 al 57,6% nel 2020, era al 42,6% nel 2018).
Mediamente più sostenibili i gruppi statunitensi rispetto a quelli europei e asiatici: relativamente all’utilizzo di energia rinnovabile, i gruppi europei si posizionano meglio degli statunitensi, attingendo da fonti green il 67,5% del proprio fabbisogno energetico rispetto al 48,9% degli americani. Relativamente alla supply chain, dai bilanci di sostenibilità emerge che i fornitori dei maggiori player mondiali del fashion sono localizzati per il 61% in Asia, per il 28% in Europa e per l’8% in Nord America, con punte di oltre il 90% in Asia per il fast fashion e l’abbigliamento e calzature sportive. Infine, un segnale inequivocabile dell’eccellenza della filiera italiana: mediamente oltre un quarto dei fornitori dei gruppi europei della moda ha sede in Italia, con picchi di oltre l’80% nella fascia alta del mercato.