“La vaccinazione –non si stanca di ripetere Mattarella- è un dovere morale e civico. Dobbiamo continuare senza incertezza su questa strada. Le forme legittime di dissenso non possono mai sopraffare il dovere civico di proteggere i più deboli: dobbiamo sconfiggere il virus, non attaccare gli strumenti che lo contrastano e lo combattono”.
“Atti di vandalismo e di violenza sono gravi e inammissibili e suscitano qualche preoccupazione, sembrando, talvolta, raffigurarsi come tasselli, più o meno consapevoli, di una intenzione che pone in discussione le basi stesse della nostra convivenza”. E “non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione, perché quell’invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui”.
In ogni caso, facendo leva sui dati della popolazione vaccinata, il Capo dello Stato nota che “la prima difesa dal virus è stata la fiducia della stragrande maggioranza degli italiani nella scienza, nella medicina”. Questa sorta di “referendum sulla scienza, e sul suo valore, in Italia, vede 9 a 1 a vantaggio della scienza”, con “poche eccezioni, alle quali è stato forse dato uno sproporzionato risalto mediatico. Ed è una delle caratteristiche che segnalano il senso di responsabilità per cui dobbiamo essere riconoscenti ai nostri concittadini; e che ha messo l’Italia, in questo periodo, all’avanguardia nella considerazione positiva della comunità internazionale”.