Un anno dopo la Lega fa il pieno di voti alle elezioni Europee, superando il 34 per cento, percentuale doppia rispetto a quella ottenuta dal Movimento 5 stelle; a Strasburgo la cosiddetta ‘maggioranza Ursula’ elegge per l’appunto Ursula Von der Leyen alla guida della Commissione europea, con i voti M5S che si uniscono a quelli del Ppe e dei Socialisti europei. E in pieno agosto Matteo Salvini decide di dire stop alla maggioranza gialloverde, puntando dritto alle elezioni.
L’Italia, che in passato aveva conosciuto i governi balneari, sperimenta così la crisi balneare. È il 22 agosto quando Mattarella, dopo un primo giro di consultazioni, verifica l’intenzione “di alcuni partiti politici” di approfondire la possibilità di “un’intesa, in Parlamento, per un nuovo Governo” e da parte di “altre forze politiche” di svolgere “ulteriori verifiche”.
Di fronte a questa prospettiva ritiene suo “dovere –ineludibile- non precludere l’espressione di volontà maggioritaria del Parlamento, così come è avvenuto –del resto- anche un anno addietro, per la nascita del Governo che si è appena dimesso”. Il Capo dello Stato pretende però “decisioni sollecite”.