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Manageritalia: “Ecco nostra proposta normativa per genitorialità condivisa”
Roma, 16 ott. (Adnkronos/Labitalia) – Un vero e proprio cambiamento culturale volto a combattere la disparità di genere, guardare ai diritti e doveri dei genitori indipendentemente dal genere, oltre ad aiutare le donne a superare tutte le difficoltà con le quali sono costrette a scontrarsi nel momento in cui vogliono lavorare ed essere madri. Un […]
Roma, 16 ott. (Adnkronos/Labitalia) – Un vero e proprio cambiamento culturale volto a combattere la disparità di genere, guardare ai diritti e doveri dei genitori indipendentemente dal genere, oltre ad aiutare le donne a superare tutte le difficoltà con le quali sono costrette a scontrarsi nel momento in cui vogliono lavorare ed essere madri. Un cambiamento necessario a garantire non solo la crescita demografica ma soprattutto lo sviluppo economico dell’intero sistema Paese. A questo puntano le cinque proposte, di Manageritalia, Federazione nazionale dirigenti, quadri ed executive professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato con oltre 43mila associati, presentate oggi alla Camera dei Deputati per la genitorialità condivisa. La proposta normativa presentata da Manageritalia quindi si compone di cinque articoli. L’art. 1 introduce la possibilità per le aziende di concedere un beneficio ai giovani genitori di euro 400 esentasse per l’acquisto di beni essenziali in negozi convenzionati per i primi mesi di vita. L’art. 2 interviene sulla disciplina normativa del congedo di paternità, con l’obiettivo di incentivarne la fruizione da parte dei padri lavoratori e bilanciare i carichi di cura tra i genitori fin dai primi mesi di vita del figlio. L’articolo estende la durata del congedo obbligatorio di paternità dagli attuali 10 giorni a un mese e prevede in aggiunta la facoltà del lavoratore di usufruire del congedo di paternità per altri due mesi fino a tre anni di età del figlio. L’art. 3 migliora la disciplina del congedo parentale facoltativo. Attualmente i genitori dipendenti dopo i congedi obbligatori (di 5 mesi per la madre e di 10 giorni per il padre con retribuzione piena) possono richiedere un congedo facoltativo fino a 10 mesi, limite che può essere prolungato di un mese se il padre decide di prendere un congedo continuativo o frazionato superiore a tre mesi. I primi due mesi sono retribuiti all’80% mentre i restanti al 30%. Questo comporta che ad usufruire del congedo parentale siano maggiormente le donne, che hanno una retribuzione meno elevata rispetto al coniuge. Per ovviare a questo fenomeno discriminante per le lavoratrici, l’art. 3 stabilisce il 100% della retribuzione per il padre lavoratore nei casi in cui usufruisca del congedo per più di tre mesi. L’art. 4 introduce una forma di premialità per quelle aziende che nell’anno precedente abbiano spontaneamente migliorato l’applicazione della disciplina sui congedi. L’agevolazione consiste nel riconoscimento di punti premiali nell’accesso ad aiuti di Stato o a finanziamenti europei. Inoltre si prevede un esonero dal versamento dei contributi previdenziali. In caso di possesso della certificazione di genere le due agevolazioni si sommano a quelle previste dall’art. 5 della legge 5 novembre 2021, n. 162 (cosiddetta Legge Gribaudo). Infine, l’art. 5 interviene sugli incentivi all’occupazione femminile. Secondo Manageritalia occorre migliorare la formulazione dell’incentivo. Il recente D.L.n.60/2024 (Decreto Coesione- lavoro) ha finalmente previsto che l’agevolazione contributiva per migliorare l’occupazione femminile (art. 23) sia erogabile solo per le assunzioni a tempo indeterminato, una scelta molto opportuna che va nella direzione di premiare il lavoro di qualità. Occorre solo aggiungere un’altra condizione, ovvero che lo sconto contributivo si applichi solo ai contratti a tempo pieno, impedendo in tal modo alle imprese di attivare contratti di part time involontario, secondo Manageritalia.