Roma, 16 lug. Un pasticcio, che piomba a Consiglio nazionale in corso. Il lancio dell’Adnkronos con cui si annunciano contatti con Skyvote, la piattaforma che si occupa del voto degli attivisti M5S, interrompe la riunione dei vertici, alimentando i sospetti che le decisioni vengano prese a monte, dal leader Giuseppe Conte e dal suo cerchio magico, accusa mossa dal capogruppo alla Camera Davide Crippa, da giorni sul piede di guerra da giorni. Fino a quel momento, assicurano all’Adnkronos fonti presenti alla riunione, la questione del voto online sulla fiducia al governo Draghi -accarezzata nei giorni scorsi- non era stata toccata, finita sullo sfondo del dibattito tra ‘falchi e ‘governisti’. Ecco perché la notizia fa saltare i nervi a Conte, in ore delicate per il M5S alle prese con la decisione di confermare la fiducia a Draghi -se si arrivasse a una verifica di maggioranza – o far saltare il banco.
Pretende una smentita il leader del Movimento, anche se dal suo staff gli viene fatto notare che è stata la stessa Skyvote a confermare contatti, a dettare il timing della votazione. Partono le telefonate, ma soprattutto si alimentano i sospetti che dietro la ‘chiamata alle armi’ della piattaforma ci sia Vito Crimi, perché l’ex capo politico è il responsabile della gestione dei dati e della privacy degli iscritti, dunque l’uomo che si interfaccia con Skyvote. “Nessuno ha attivato nulla – assicura il senatore all’Adnkronos – Skyvote è sempre attivo: se tra un minuto Conte mi dice ‘Possiamo votare’, io ‘switcho’ un interruttore e votiamo. Ma io non decido se si vota o no, io accendo quando mi viene chiesto. E se mi fosse stato chiesto non lo direi, tra l’altro…”.
Il termine ultimo per indire la votazione, come spiegato da Skyvote, è lunedì alle 8, ma intanto sfuma di ora in ora la possibilità di dare la parola alla Rete. La decisione sulla posizione da tenere mercoledì -alle comunicazioni di Draghi alle Camere- arriverà dall’assemblea congiunta, convocata tra qualche minuto e probabilmente aggiornata a domani mattina. Mentre dal Consiglio nazionale sembra prevalere la linea più morbida, ovvero sì alla fiducia in caso di verifica di maggioranza ma con risposte da Draghi ai temi sollevati dal M5S.