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Lusso: Altagamma, ‘per 2023 prevista crescita solida e positiva, Ebitda medio +6%’
Milano, 15 nov. Dopo un 2022 record rispetto ad altri settori e superando con decisione i livelli pre Covid-19, per il 2023 si prevede ancora una crescita solida e positiva, malgrado l’incertezza macroeconomica. E’ uno dei dati che emergono dall’Altagamma Consensus 2023, realizzato da Altagamma con il contributo di 21 tra i maggiori analisti internazionali specializzati e presentato oggi a Milano.
L’aumento dei costi energetici, l’inflazione crescente, la carenza di materie prime, le tensioni geopolitiche e il calo del potere d’acquisto di alcune fasce di consumatori incideranno in parte sulle performance, che rimarranno comunque alte. L’Ebitda medio per il 2023 è previsto in crescita del +6%.
L’Europa è prevista in crescita del 5%, grazie all’aumento dei viaggi internazionali (soprattutto dagli Usa, grazie al cambio euro-dollaro favorevole, ma anche dai Paesi Arabi) che compenseranno la più debole domanda interna. Anche per gli Stati Uniti, con lo sviluppo di nuovi territori e una domanda interna più forte che in Europa, si prevede una crescita del 5%. In crescita anche America Latina e Giappone (+6%) grazie allo sviluppo, al di là delle capitali, di città importanti trainate dallo sviluppo immobiliare. Cina e Asia sono più difficili da stimare: in particolare in Cina le politiche sul lockdown per il contenimento del Covid-19 potrebbero portare effetti imprevisti. Il mercato dovrebbe comunque beneficiare di un’apertura e grazie all’effetto di rebound i consumi potrebbero crescere del 9%. La Cina sul lungo periodo resta il più grande mercato del lusso, trainato dalla prosperità della classe media, dalle nuove generazioni e dallo sviluppo di nuovi poli. Per il Middle East si prevede un +7%, con aree come gli Emirati Arabi (ma anche la Turchia) che – non avendo imposto sanzioni – si stanno avvantaggiando dei consumi dei russi.
La situazione macro-economica mondiale favorisce la polarizzazione tra fasce più ricche e fasce meno abbienti della popolazione: a livello mondiale la classe media soffre, ad esclusione di quella cinese che grazie alle politiche di ‘Common Prosperity’ attuate dal governo tende a rafforzarsi e a trainare i consumi: i consumatori cinesi saranno i best performer nel 2023 con un +10%. L’effetto rebound dei consumi beneficerà i consumatori asiatici in generale, che vedranno un incremento dell’8%. Meno brillanti saranno invece i consumi dei giapponesi (+5%). Si attesteranno a +5% i consumi degli americani. In Usa i consumatori di fascia alta sono meno influenzati dagli aumenti dei costi grazie a un mercato del lavoro più forte e ai risparmi accumulati. Cauto lo spending europeo, che si attesta sul +4%: l’aumento dell’inflazione e dei costi inciderà notevolmente sui consumi, in particolare di beni di lusso.
Tutte le categorie vedranno un aumento delle vendite non solo grazie ad un aumento dei prezzi, ma anche ad un aumento dei volumi. Crescite a valore, dunque. Si riconferma la leadership degli accessori che continuano nel loro trend positivo: +8,5% per la pelletteria e +7% per le calzature. A causa del divaricamento della forbice sociale, tuttavia, l’entry price soffre e la domanda è più debole per i prodotti aspirazionali. L’abbigliamento (+6%) e la cosmesi (+5,5%) confermano il tasso di crescita del 2022. La cosmesi in particolare è trainata dall’Asia, mentre l’abbigliamento vedrà una netta contrapposizione tra accessibile e luxury. L’hard luxury prosegue il suo trend positivo, in particolare nella gioielleria con un +8%: il gioiello rimane un bene rifugio e di investimento. Più bassa la crescita degli orologi che segnano un +5% e proseguono nel rafforzare il “fatto a mano” o la ricerca del pezzo unico.
Quanto ai canali distributivi continuerà a prosperare il canale retail, sia fisico che digitale, che permette un rapporto diretto con i consumatori e un controllo maggiore di tutti i touchpoint, consentendo ai brand di rafforzare una strategia omnichannel. Per il retail digitale si prevede una crescita del 8%, in espansione dunque, ma più moderata rispetto agli anni precedenti segnati dal boom dell’online per la pandemia.
I negozi fisici segnano un +7% e continuano ad essere rilevanti per il comparto grazie ad approcci sempre più personalizzati e phygital che migliorano il coinvolgimento del consumatore. Molti brand luxury guardano inoltre a città secondarie e territori nuovi che si stanno sviluppando nei mercati in espansione (ad esempio in Usa e negli Emirati Arabi). Il wholesale fisico resta fragile con un +3,5%, mentre dopo le crescite a doppia cifra degli anni passati il wholesale digitale assisterà ad una normalizzazione del canale con un +5,5%.
Capitolo margini, nel 2022 alcune imprese hanno alzato i prezzi, tenendo sotto controllo l’aumento dei costi, generando margini più alti rispetto a quelli previsti per il prossimo anno. Nel 2023 la crescita sarà trainata principalmente dall’aumento dei prezzi e dal miglioramento dei mix di vendita. I volumi avranno una crescita più contenuta rispetto agli anni precedenti e la possibile difficoltà a tenere sotto controllo i costi limiterà la potenziale crescita dell’Ebitda (prevista del 6%). Per le aziende il cui target è composto esclusivamente da consumatori di fascia più alta, gli Ultra High-Net Worth Individuals, l’Ebitda si stima più alto: +8%.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA