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Lavoro: ricerca, la felicità in azienda? conta la fiducia e la stima che ispira il vertice aziendale

L'analisi realizzata dall'osservatorio dell'agenzia per il lavoro Nhrg

Di Redazione |

Roma, 15 nov. (Labitalia) – La felicità in azienda? Tra gli elementi motivazionali, i più rilevanti sono la fiducia e la stima che ispira il vertice aziendale e gli strumenti forniti per raggiungere gli obiettivi assegnati. E’ quanto emerge dalla ricerca ‘L’azienda ideale’, realizzata dall’osservatorio dell’agenzia per il lavoro Nhrg e che è stata al centro del workshop ‘La felicità in azienda’, organizzato dalla stessa agenzia per il lavoro. Dall’indagine è emerso appunto che tra gli elementi motivazionali, i più rilevanti sono la fiducia e la stima che ispira il vertice aziendale e gli strumenti forniti per raggiungere gli obiettivi assegnati. Entrambe le risposte risultano rilevanti per il 45%. Tra gli elementi di crescita professionale, i più rilevanti sono l’attenzione alla motivazione dei lavoratori, in termini di riconoscimento di sforzi e meriti e la possibilità di sviluppare conoscenze e competenze. Le risposte risultano rilevanti per il 43% e il 47% L’elemento di sostenibilità più rilevante è l’adozione di strumenti di work/life balance con il 40% Le risposte alle domande aperte confermano la schiacciante rilevanza che i lavoratori danno ai valori e i comportamenti organizzativi, più che elementi concreti quali quello economico, di struttura del luogo di lavoro, etc. Nel workshop di si è cercato di esaminare le ragioni di questo cambiamento. Tutti i partecipanti hanno convenuto che si è nel mezzo di una rivoluzione epocale di cui non conosciamo ancora la portata. Certamente, siamo di fronte ad un nuovo umanesimo e al desiderio di riscoprire, da parte dei lavoratori, il loro senso sia nel lavoro che nella vita. Dopo i saluti di Gianni Scaperrotta, ceo Nhrg, Daniela Spaziano, hr business development manager – hr manager Nhrg, ha ricordato i dati dell’indagine che ha rilevato come elementi fondamentali per la scelta dei lavoratori dell’ambiente nel quale lavorare, l’attenzione al dipendente dal punto di vista soprattutto dei valori, comportamenti organizzativi e attenzione alla crescita, nonché dell’equilibrio tra vita privata e lavorativa e la mancanza di discriminazione. “Tali evidenze danno ancora più forza alla rivoluzione umanistica del mondo del lavoro che sta avvenendo da qualche anno, in virtù della quale solo le Aziende che utilizzeranno come primo strumento l’ascolto e l’incontro con la visione dei propri lavoratori, faranno la differenza nel riuscire a trattenerli, rappresentando per loro motivo di benessere, appartenenza e motivazione. Il focus sull’individualità, l’unicità e l’autenticità di ogni lavoratore, rappresenta oggi il driver fondamentale per le Aziende che vogliono creare valore umano ed economico”, ha sottolineato. Per Agostino Di Maio, direttore generale di Assolavoro, ci troviamo in un contesto di policrisi, c’è una rivoluzione in atto nel mondo del lavoro della quale è necessario prendere coscienza per meglio provare a comprendere la realtà che ci circonda. “Oggi è il candidato che fa il colloquio all’azienda, il quadro valoriale è mutato. I giovani cercano nel lavoro inclusione e coinvolgimento, ma anche flessibilità ed equilibrio tra vita privata e professionale. Occorre dunque sviluppare un nuovo paradigma manageriale per meglio affrontare le sfide del futuro e per essere competitivi in un mercato del lavoro in continua evoluzione, e queste sfide investono anche i corpi sociali intermedi e la loro funzione di rappresentanza di interessi che sono sempre più individuali”, ha spiegato. Il filosofo del lavoro Massimiliano Pappalardo ha messo l’accento sul tempo attuale, tanto doloroso quanto insieme gravido della reale possibilità di partecipare a un cambiamento davvero evolutivo, orientato al bene comune. “Le aziende e il mondo del lavoro hanno pertanto la possibilità di essere protagoniste di questo neoumanesimo sostenendo nelle persone un vero e proprio ingaggio cognitivo, favorendo in tempi di realtà aumentata una umanità “aumentata” da alimentare con un rinnovato capitale di senso, pensiero critico e di apprendimento costante. Le parole chiave sono ascolto, dialogo, partecipazione, cura. Mai più la cultura oppressiva del challenging, ma quella rispettosa del viaggio e dell’avventura Simona Vinzi, autrice fra l’altro del libro ‘La competenza umana. Risonanze interiori del benessere’, ha condiviso alcune riflessioni sul purpose come guida profonda delle nostre azioni organizzative e sul suo impatto essenziale per il benessere collettivo. “Oggi, credo che la leadership debba essere sempre più anticipante, capace di ascoltare i linguaggi unici delle persone e di valorizzarne le differenze. Per consentire l’evoluzione di un team, è fondamentale avere leader che sappiano percepire l’invisibile, ascoltare l’essenza dei propri collaboratori e ispirare una trasformazione sana, che nasca dal cuore. Stiamo scrivendo la storia, e la vera ricchezza è la consapevolezza di farlo. Questa ci permette di introdurre una riflessione profonda, così come parlo nel mio libro, che si traduce in scelte di senso, centratura con noi stessi e rispetto della nostra unicità”. Veronica Occhiuto, people partner South Europe – Convatech Italia, “ha portato l’esperienza della sua azienda, dove, c’è una reazione assolutamente sana al cambiamento o rivoluzione, come la vogliamo chiamare, in corso. Le persone desiderano la connessione, non amano più lavorare da soli, ma ricercano la relazione e non solo non hanno problemi, ma desiderano lavorare in team, confrontandosi e costruendo una realtà migliore del passato”.

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