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Lavoro: 8 pratiche per vivere bene in hybrid working
Roma, 20 gen. (Adnkronos/Labitalia) – Lo sviluppo delle competenze è la chiave per fronteggiare la trasformazione digitale secondo 9 responsabili delle risorse umane su 10; allo stesso modo il 94% dei dipendenti, sempre più sensibili e attenti dopo quasi due anni di pandemia, si dichiara pronto a seguire autonomamente percorsi formativi per adattarsi ai cambiamenti su ruoli e competenze. Il Cegos observatory barometer 2021 ha rilevato, inoltre, l’incremento generalizzato dell’utilizzo della formazione online a seguito dell’emergenza sanitaria e confermato che le competenze da padroneggiare in via prioritaria sono remote management, comunicazione digitale e capacità di adattamento. In questo inizio di 2022 in cui occorre trovare un nuovo equilibrio tra il lavoro da remoto con quello in presenza, che sia per due/tre giorni la settimana o anche meno, ciò che conta a livello organizzativo e personale è vivere al meglio questo nuovo contesto ibrido, promuovendo gli aspetti positivi di entrambe le modalità e prevenendo le difficoltà e i rischi che comportano. Per questo gli studi internazionali Cegos hanno enucleato 8 pratiche con relative competenze da sviluppare, adatte sia a manager che dipendenti: Working from anywhere. Crea la tua working area; Proximity. Resta connesso; Time management. Pianifica in anticipo le attività principali; Workload Management. Concentrati per gestire al meglio il lavoro; Positive thinking. Attiva un atteggiamento positivo; Become influencer. Fai crescere la tua area di influenza; Free Thinking. Potenzia la tua creatività; Get fit. Mantieni in forma corpo e mente. Si tratta di competenze individuali e collettive che ogni lavoratore e azienda dovranno coltivare, collaborando nella creazione di un ambiente di lavoro che, anche se hybrid, dovrà essere sempre più inclusivo e responsabile. “L’hybrid working – commenta Silvia Martinelli, regional manager & international projects manager di Cegos Italia -sta diventando di uso comune, nonostante la tendenza rimanga orientata prevalentemente verso una modalità “remote-first”, anche a seguito della recente impennata di contagi. È evidente che questo nuovo approccio “ibrido” sottolinea ancor più l’importanza del rispetto dell’equità e la salvaguardia della cultura aziendale”. “Chi lavora da remoto – spiega – qualora non correttamente supportato, corre il rischio di rimanere ai margini dell’organizzazione; diventa cruciale, quindi, che qualsiasi modello applicato non venga lasciato all’improvvisazione e che tutti i dipendenti siano messi in condizione di procedere allineati verso un unico obiettivo, ne siano ispirati nelle loro azioni quotidiane e siano supportati in ogni aspetto delle attività. In questo scenario la formazione rappresenta un cambio di mindset considerevole: oggi apprendere è fondamentale non per mettere da parte nozioni che potrebbero servire in futuro ma, al contrario, per testarle e applicarle immediatamente”.