Roma, 17 ott. “In un’epoca in cui domina la politica degli slogan Meritocrazia Italia si afferma come network in crescita, questo attraverso passione e lavoro di tanti che ogni giorno decidono di dedicare il loro tempo per costruire un sistema più equo. Il senso di estraneità dei cittadini nei confronti della rappresentanza genera disaffezione nella politica, e questo si vede a ogni tornata elettorale. Un cittadino non sa che farsene dei propri diritti se poi questi non diventano realtà. In questo panorama difficile MI sceglie l’ascolto dei cittadini, e attraverso la propria competenza elabora proposte”. Lo ha dichiarato la vicepresidente di Meritocrazia Italia Manuela Lampitella nel corso del suo intervento di apertura del VI Congresso Nazionale di Meritocrazia Italia dal titolo ‘MI il network che cresce. Dove i cittadini contano’ che si tiene al Teatro Rossini di Roma dal 17 ottobre al 19 ottobre.
“Sono stati raggiunti tanti risultati quest’anno – ha proseguito Lampitella – sono aumentati gli iscritti e puntiamo ai 35.000. Sono aumentate le collaborazioni con l’esterno e tante sono le sfide. Prima di tutte quella della Pace: bisogna tornare a investire nei popoli, non negli eserciti. Sotto ogni bomba che cade c’è la storia di un popolo che non ha imparato dal passato. Oggi siamo qui a chiederci quanto è lontana l’Italia dell’articolo 11 della Costituzione. Non esiste una guerra etica o umanitaria, guerra giusta è un ossimoro. La guerra è il peggior modo di risolvere un conflitto. Il potere non è sinonimo di politica, che consiste invece nell’incontro e nel dialogo. MI si adopera per cercare di riunire il cittadino disilluso con le istituzioni. MI ha riunito parti sociali e politiche per parlare e discutere delle aspettative reali del Paese. Durante questo congresso parleremo dell’Europa dei popoli, quella che vorremmo fondata sulla solidarietà e dell’integrazione. Inviteremo i politici a riflettere sull’avanzare dell’IA, così sul sistema giudiziario, su quello sanitario e quello dell’istruzione. Infine, pensiamo che la cultura e l’istruzione siano importanti, e per questo abbiamo creato la scuola ‘Crea’ per formare la futura classe dirigente”.