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‘Italia in bici’, il cicloturismo e le sue potenzialità

Di Redazione |

In questa prospettiva si colloca il report elaborato dal Cecoms – Centro per la Comunicazione strategica dell’Università Iulm. Secondo il rettore dell’ateneo, Gianni Canova, “questo report può essere una chiave della ripartenza ecologica e dolce del Paese in vista dell’estate dopo i due anni di pandemia che abbiamo vissuto”.

Cicloturismo e impatto economico – Prima della pandemia di Covid-19, nel 2018, il movimento dei viaggiatori in bici in Europa produceva un impatto economico stimato in 44 miliardi di euro: un dato impressionante che certamente ha trovato ulteriore impulso nell’ultimo biennio, anche grazie all’ingresso di nuove fette di utenti in questa forma di turismo. Il fenomeno della e-Bike, con il suo +44% di vendite in Europa nel 2020 in confronto all’anno precedente, è senz’altro uno dei principali driver di questo processo. L’impatto del boom della bicicletta non è solo culturale e sociale ma anche economico e le sue opportunità, anche in vista delle risorse del Pnrr, dovranno essere al centro delle strategie di sviluppo delle località e della visione dei player economici, a cominciare dai singoli imprenditori del turismo. Centrale è la creazione e lo sviluppo delle cosiddette ciclovie, itinerari ciclabili a medio-lunga percorrenza, frutto tanto del disegno di nuove e di recupero di vecchie direttrici dismesse.

I benefici delle ciclovie – Secondo i dati del report ‘The Benefits of Cycling (2018)’ dell’Ecf (European Cyclists’ Federation), un maggiore utilizzo della bicicletta condurrebbe a un risparmio in spese sanitarie fino a 110 miliardi di euro e di 3 miliardi di litri di carburante annui oltre e alla riduzione di inquinamento ambientale e acustico. Le ciclovie decongestionano anche le strade trafficate. A questo si affianca il tema del marketing territoriale, che nel caso del cicloturismo va a coinvolgere non solo le destinazioni più blasonate, ma favorisce lo sviluppo anche di aree meno frequentate. Secondo le stime Fiab, ogni euro investito in ciclovie ne restituisce 3,5 al territorio, e a progetto ultimato ogni chilometro di percorso genera un indotto annuo sulla zona attraversata di 110.000 euro. Una rete strutturata e ben diffusa di ciclovie potrebbe portare, sempre secondo Fiab, 2 miliardi di euro annui nelle casse italiane.

Il report conduce nell’analisi dei diversi profili di ciclisti. Questa analisi parte da un dato di fatto: la forte digitalizzazione del cicloturista e del ciclista, indubbiamente una grande opportunità in termini di offerta turistica e comunicazione profilata. Se, infatti, l’83% dei cicloturisti dichiara una curiosità diffusa per il territorio in cui soggiorna, che soddisfa tanto con esperienze in bicicletta che non, esiste una nutrita fascia di utenti che non viaggia in bicicletta, ma la sceglie volentieri per vivere specifiche esperienze sul territorio, aprendo la porta ad ulteriori sviluppi dell’offerta turistica. Basti pensare al fatto che il 54% dei turisti enogastronomici gradisce l’opportunità di prendere parte ad un itinerario in bicicletta o e-bike.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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