Roma, 21 ott. (Labitalia) – Una piattaforma/app per incentivare i dipendenti delle aziende attraverso il sistema obiettivo-premio. E’ questa l’idea lanciata da Texer un software innovativo che aiuta aziende e manager a gestire meglio i dipendenti. “Nasce – dice in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia Alessandro Cavalleri ceo Texer – con l’intento di rivoluzionare il mondo del lavoro, migliorando e rendendo più efficace il rapporto tra azienda e dipendente. Il software aiuta le aziende a raggiungere i propri obiettivi mettendo al centro il dipendente che, grazie a Texer, diventa il vero punto di forza dell’organizzazione, con più motivazione e responsabilizzazione”.
“Il funzionamento – chiarisce – è semplice e diretto. L’azienda o il manager inserisce un obiettivo per il dipendente e un premio per il suo raggiungimento; il manager verifica o meno il successo e il dipendente riscatta il premio, o un buono regalo digitale o dei soldi in busta paga. Il manager avrà inoltre a disposizione una dashboard con tutti i dati statistici sull’andamento degli obiettivi che ha assegnato e potrà sempre agire in tempo per aiutare il dipendente a raggiungere l’obiettivo prima della scadenza”.
“Texer – assicura Cavalleri – risolve la maggior parte dei problemi elencati sopra e si muove esattamente nella direzione di questa rivoluzione. Grazie al sistema obiettivi/premi, se vince l’azienda vince anche il dipendente, e viceversa. L’azienda, grazie a Texer, raggiunge in media il 93% degli obiettivi indicati, con un aumento delle vendite in media del 16% e del risparmio del 23% e quando non si raggiungono si hanno tutti gli strumenti per capirne il motivo e per correggere il tiro in futuro. Inoltre, obiettivi chiari, scritti nero su bianco uniti tutti gli strumenti per fornire feedback giusti e propositivi sono alla base per creare un ambiente di lavoro positivo”.
“Il nostro motto – ricorda – è ‘join the revolution’. Vogliamo vuole rivoluzionare il mondo del lavoro e farlo a livello internazionale. Con questo progetto e altri disponibili nel prossimo futuro, vogliamo creare i presupposti per cui si debba per forza cambiare in meglio il rapporto tra azienda e dipendenti, e magari arrivare a cambiare questo termine, che ha un’accezione negativa”.
“Per esempio – afferma – tra i nostri progetti c’è quello di creare strumenti di intelligenza artificiale che possano aiutare l’azienda a capire le diverse personalità dei propri collaboratori e come creare gli obiettivi sulla base di queste e delle loro esigenze specifiche. C’è chi si può sentire stimolato a ricevere un obiettivo sfidante, chi si sentirebbe sotto pressione, alcuni preferiscono lavorare su un arco temporale di lungo periodo, altri invece hanno l’esigenza di ricevere feedback giornalieri, molti preferiscono lavorare meno ore ma in maniera più efficace, alcuni invece preferiscono passare più tempo in ufficio e lavorare a ritmi più bassi. Ognuno di noi a suo modo è unico e diverso”.
“Noi – ammette – siamo qui per questo, per rendere la nostra tecnologia uno strumento che permetta che la diversità di ogni ‘dipendente’ venga valorizzata e tutelata nel mondo del lavoro e che le esigenze, anche personali, vengano prese con la giusta serietà dalle nostre aziende clienti, sempre se dall’altra parte c’è il rispetto per gli obiettivi che si pone. Siamo al primo passo, ma siamo sicuri che sia nella giusta direzione”.
Alessandro Cavalleri non si ferma ma cerca di individuare anche quali siano le caratteristiche del nuovo mercato del lavoro. “La situazione attuale del mondo del lavoro – commenta – sta cambiando velocemente. Si sente spesso parlare dell’aumento esponenziale di casi di dimissioni volontarie, quiet quitting o di sempre più curriculum inviati a competitor. Sarebbe errato derubricare questo trend come una semplice tematica generazionale, bisogna capire che stanno cambiando le esigenze dei lavoratori, non solo i più giovani. Una gran parte di loro non è più disposta ad accettare di passare la maggior parte delle giornate in ambienti non stimolanti, o in alcuni casi stressanti oltre il limite, solo per uno stipendio fisso o un contratto indeterminato”.
“Stiamo assistendo – fa notare – a una moderna rivoluzione nel mondo del lavoro e molte aziende se ne stanno rendendo conto. Stiamo finalmente uscendo dal concetto ‘ti pago e tu lavori per me’, il rapporto di lavoro si dovrà evolvere verso un patto di rispetto reciproco tra azienda e dipendente che va oltre lo stipendio e le normali mansioni”.
“Nel 2022 – rimarca – un’azienda che vuole attrarre talenti, e soprattutto trattenerli, deve capire che non basta uno stipendio, deve prendersi cura delle loro esigenze specifiche. Alla fine, si passa più del 50% del tempo della nostre giornate al lavoro, è normale che abbia un impatto totalizzante sulle nostre vite, sta a chi crea l’ambiente lavorativo decidere come e quanto questo impatto possa essere positivo e non negativo, con tutte le conseguenze del caso”.