Roma, 12 ott. (Labitalia) – Un investimento di oltre 8 milioni di euro per ampliare la capacità produttiva, riducendo impatto ambientale e consumi energetici. E’ quello realizzato dalla Icab, azienda di Buccino (Salerno), di proprietà della famiglia Franzese, attiva nel settore della produzione, trasformazione e commercializzazione di pomodori e derivati con i tre marchi La Fiammante, La Paesana e La Reale. Grazie al contratto di sviluppo, gestito da Invitalia per favorire gli investimenti di grandi dimensioni, l’azienda ha potuto ampliare e modernizzare il sito produttivo, assumendo anche due nuovi addetti, e realizzare parallelamente un programma di ricerca e sviluppo volto a migliorare i trattamenti di conservazione del prodotto. L’investimento ammonta a 5,3 milioni di euro per il progetto industriale e 3 milioni per quello in ricerca e sviluppo, con un contributo a fondo perduto rispettivamente pari a oltre 2,6 e 1,1 milioni di euro.
“La Fiammante – spiega l’amministratore dell’azienda, Francesco Franzese – trasforma pomodoro fresco italiano al 100% in conserve, pelati, passate, sia per il canale della ristorazione sia per i supermercati. Grazie a un rapporto diretto portato avanti da anni con gli agricoltori, considerati non come nostri fornitori ma come partner, abbiamo creato una filiera cortissima: insieme a loro condividiamo il periodo di trapianto, il giusto prezzo, la varietà e la qualità del prodotto, che deve essere sempre elevata e a tutela soprattutto dei lavoratori e dei braccianti”.
Il contratto di sviluppo ha rappresentato una svolta. “Per noi è stato fondamentale – ammette – perché ci ha sbloccati, erano anni che non investivamo, ci eravamo un po’ appiattiti e Invitalia ci ha dato lo spunto, anche grazie al sostegno del fondo perduto, per portare delle innovazioni. Innovazioni che sono di carattere meccanico ma anche organizzativo”.
“Grazie al supporto di Invitalia, abbiamo realizzato investimenti – sottolinea – che hanno ridotto i tempi di lavoro, il consumo di energia e anche il consumo di natura. Infatti, all’interno abbiamo installato anche degli impianti che recuperano acqua e lavorano più velocemente, riducendo il tempo di circa il 30%. Abbiamo introdotto anche della tecnologia, con macchinari che ci aiutano nel controllo del prodotto e nel migliorare la fase di trasformazione e produttiva”.
Positivo il rapporto con Invitalia. “All’inizio – racconta Franzese – io, che ero giovane, avevo paura, temevo i tempi lunghi delle vecchie leggi. Ma Invitalia mi ha sorpreso: il progetto lo abbiamo realizzato nei tempi stabiliti, le erogazioni sono state regolari e infatti, alla luce di tutto ciò, abbiamo presentato subito un altro progetto”.
La sinergia pubblico-privato e le opportunità che ne derivano oggi sono fondamentali anche per stare sul mercato. “Se non fai innovazione, se non utilizzi questi strumenti per avere spunti per investire, purtroppo il mercato ti taglia fuori. Con la tecnologia che abbiamo introdotto, abbiamo anche assunto personale qualificato e ci siamo così aperti a nuove figure professionali di più elevata caratura che probabilmente in passato non avremmo potuto permetterci”.