Milano, 1 ott. C’è anche l’operazione ‘Safe harbor’, ossia “porto sicuro” tra gli atti dell’inchiesta della Dda di Milano sulla presunta associazione a delinquere che aveva come fine la realizzazione di dossier illeciti realizzati attraverso l’accesso a banche date riservate. Per usare le parole di Samuele Nunzio Calamucci, esperto informatico finito ai domiciliari, si tratta di un progetto “segreto nel cuore”.
I progetti del ‘gruppo di via Pattari’ (sede di Equalize, ndr) si sono lentamente realizzati: “uno dei ‘contenitori’ societari che Calamucci desiderava realizzare per agevolare le attività criminose era ‘Safe Harbor’ che ha visto la luce il 10 maggio del 2024 con la costituzione della srl” con sede legate a Reggio Emilia e capitale sociale “modesto”, pari a 500 euro. La compagine societaria è composta dagli indagati Giulio Cornelli e Angelo Abbadessa, che detengono anche il 50% l’uno della proprietà, e sono rispettivamente vice presidente e presidente del cda.
Il “porto sicuro”, si legge in un’informativa dei carabinieri, “permette al gruppo non solo di drenare risorse movimentandole dalle società capofila ma anche di ‘allontanare’ da via Pattari la catena di formazione, realizzazione e distribuzione dei report e di gestione della piattaforma Beyond, questa necessità è dovuta a ragioni di sicurezza del gruppo legate all’utilizzo di dati abusivamente esfiltrati dalle banche dati strategiche nazionali”.