Roma, 4 nov. (Labitalia) – “Con la disoccupazione che si attesta ormai al 30% e il lavoro femminile che arranca nonostante la forte ripresa certificata dai dati inerenti il Pil, è lecito chiedersi quale possa essere la strategia disponibile al sistema Paese per sostenere le categorie, come appunto le donne e i giovani, che più duramente hanno pagato e continuano a pagare il prezzo della crisi. La risposta non può che concentrarsi sul Pnrr e sulla capacità di investimento che risiede un sapiente utilizzo delle risorse pubbliche e private, sulle condizioni di accesso al lavoro che devono favorire le imprese e nel contempo introdurre in modo più agevole e consapevole le nuove figure, ma soprattutto sul ruolo decisivo e dirimente della formazione che deve fornire le competenze utili alle imprese”. Ad affermarlo Rossella Spada, direttore del fondo interprofessionale Formazienda. Formazienda ha appena emanato un avviso di finanziamento da 10 milioni di euro raggiungendo i 170 milioni destinati alla formazione continua stanziati dal 2008, l’anno nel quale la confederazione Sistema Impresa e il sindacato dei lavoratori Confsal hanno istituito il fondo interprofessionale sulla base della legge 388/2000. Oggi aderiscono a Formazienda circa 100mila aziende per 700mila lavoratori.
“Formazienda – continua il direttore – prevede punteggi premianti per i percorsi di formazione che si concludono con un inserimento definitivo in azienda per i disoccupati e gli inoccupati. Una linea di indirizzo che sostiene le donne e i giovani. A causa della pandemia, l’aspetto dell’innovazione tecnologica ha preso il sopravvento. La formazione ha il fine di qualificare o riqualificare le persone trasmettendo il nuovo sapere propedeutico all’instaurazione delle migliori prassi per la vita d’impresa. Le persone, a partire dalle categorie maggiormente in difficoltà, devono possedere competenze adeguate ed in linea con le esigenze dei datori di lavoro. Il nostro ruolo è fare in modo che ciò accada”.
Il contesto, secondo Rossella Spada, è favorevole grazie anche ai fondi e alle riforme del Pnrr. Oltre 500 miliardi in 15 anni che il Recovery Plan mette a disposizione individuando proprio nella formazione una leva strategica per allineare domanda e offerta di lavoro. “Si tratta di una grande opportunità per i giovani e le donne – conclude il direttore – che continuano a pagare troppo duramente il prezzo della crisi. Serve una formazione di qualità. Per ottenerla, è indispensabile prevedere la certificazione delle competenze al termine dei percorsi formativi. Bisogna individuare in modo oggettivo le conoscenze e le abilità. Anche in riferimento al sapere informale o non formale. Una formazione certificata rende più veloci i tragitti in entrata e in uscita dalle aziende. Ma nessuno deve essere lasciato indietro. La valorizzazione delle competenze e delle risorse umane costituisce la strategia più efficace per spingere definitivamente l’Italia oltre la crisi in vista di un ritorno alla crescita”.