Roma, 6 giu. (Labitalia) – L’Istituto nazionale tributaristi (Int) coglie l’occasione del recepimento delle disposizioni della direttiva (Ue) 2019/2177 in tema di aiuti di Stato (art. 50 del dl 50/2022 ‘decreto Aiuti’), per segnalare le difficoltà e il disagio degli operatori economici, soprattutto i meno strutturati nonché dei loro intermediari fiscali, relativamente l’obbligo di invio all’amministrazione finanziaria delle autodichiarazioni degli aiuti di Stato Covid in scadenza il 30 giugno. Il presidente e il vicepresidente dell’Int, Riccardo Alemanno e Giuseppe Zambon, nell’analisi al decreto Aiuti inviata alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera lo scorso 3 giugno, hanno evidenziato le incongruità degli obblighi in capo ai contribuenti e ribadita la necessità di modificare scadenza e contenuti.
“È difficilmente comprensibile il perché il contribuente deve segnalare contributi ricevuti dalla stessa A.f., oltre al fatto che sono le P.a. eroganti obbligate alla segnalazione all’Unione Europea, tramite l’iscrizione degli aiuti stessi nell’Rna (Registro nazionale degli aiuti di Stato). Si chiede pertanto di escludere dall’autodichiarazione tutti gli aiuti erogati dalla P.a. e di prorogarne la scadenza del 30 giugno almeno al 30 di settembre dell’anno corrente (richiesta già inviata al Mef), poiché l’A.f. ricevendo per via telematica tali dati non dovrebbe avere difficoltà ad iscriverli entro il 31 dicembre 2022 nel Rna, in quanto devono essere inseriti dall’Agenzia delle Entrate gli aiuti di Stato di natura fiscale concessi nell’anno 2020 la cui dichiarazione è stata presentata l’anno scorso e che sono già stati elencati dai contribuenti nei prospetti RS e IS dei modelli Redditi e Irap/2021. Gli aiuti di Stato concessi nel 2021 dovranno, invece, essere comunicati entro il 31.12.2023 e quelli del 2022 entro il 31.12.2024″, dicono.
“Si potrebbe anche obbiettare – avvertono – che nel prospetto RS non è prevista la compilazione dell’elenco dei comuni in cui sono ubicati gli immobili per i quali, alcune categorie, hanno ottenuto l’esenzioni dell’Imu in base ai decreti connessi all’emergenza Covid. In effetti, è stata però presentata la dichiarazione Imu al comune nel giugno 2021 (per comunicare le esenzioni del 2020) e verrà presentata anche quest’anno a giugno (per comunicare le esenzioni del 2021). L’omissione della dichiarazione prevede la revoca della agevolazione. Perché non dovrebbero, quindi, essere i comuni a registrare questi aiuti nel Rna? E se l’ente concedente non fosse da considerarsi il comune, ma il Mef, perché l’Agenzia Entrate non si fa comunicare dai comuni le esenzioni e i soggetti che ne hanno goduto nel loro territorio?”. “Interrogativi che evidenziano come i dati digitali in possesso della P.a. non siano ancora utilizzati per semplificare”, ribadisce Alemanno, che sottolinea: ”In questi giorni si sente parlare di ottimizzazione dei dati digitali per la lotta all’evasione, siamo sicuramente favorevoli a ciò, ma contestualmente si devono utilizzare quei dati per semplificare, mi pare che la problematica dell’autodichiarazione degli aiuti di Stato Covid, vada invece nella direzione diametralmente opposta”.