Finanza, Ghinfanti (All.Assicurazioni): “Educazione in scuole? Giudizio positivo da genitori e insegnanti”

Di Redazione / 30 Ottobre 2024

Milano, 30 ott.”C’è un’importante novità a partire dall’anno scolastico in corso: è stata inserita l’educazione finanziaria nelle scuole all’interno del programma di educazione civica. Abbiamo indagato il punto di vista dei genitori e degli insegnanti, intervistando mille persone: 600 sono genitori, 400 sono gli insegnanti. Il giudizio è generalmente molto favorevole da parte di entrambi”. Lo ha sottolineato Claudia Ghinfanti, Head of Marketing & Communication Alleanza Assicurazioni, nel corso della presentazione dei risultati della terza edizione di Edufin Index, l’Osservatorio sulla consapevolezza e sui comportamenti finanziari e assicurativi degli italiani. “Due insegnanti su tre sono estremamente positivi rispetto all’introduzione dell’educazione finanziaria a scuola, vedete un voto di 7.1 in una scala da 1 a 10, consenso che è ancora più ampio in capo ai genitori dove quel 7.1 diventa 7.6”, ha evidenziato Ghinfanti.

Quali sono però d’altro canto i dubbi, le perplessità degli uni degli altri? “In capo agli insegnanti – ha spiegato – vediamo che le principali perplessità sono legate alle occupazioni dei docenti e anche alla loro formazione e dall’altro anche all’efficacia dell’inserimento dell’educazione finanziaria all’interno dell’educazione civica perché al momento sono previste comunque poche ore di insegnamento. Per quanto riguarda invece i genitori i principali dubbi sono legati ai contenuti e ai programmi che verranno portati avanti in termini di educazione finanziaria”.

“L’inserimento dell’educazione -ha sottolineato- finanziaria a scuola ha degli impatti molto positivi. Vi porto il contributo innanzitutto dell’Economist che ci dice che negli ultimi 4 anni negli Stati Uniti 25 Stati su 50 hanno reso obbligatorie l’educazione finanziaria prima dell’ottenimento del diploma e che gli studenti che seguono questi corsi negli anni successivi al diploma hanno dimostrato di aver preso meno prestiti, di essere meno indebitati e anche di avere dei migliori livelli di affidabilità creditizia”.

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