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Energia: Federmanager-Aiee, in 20 anni in calo fabbisogno petrolio, su gas e rinnovabili
Roma, 4 dic. (Labitalia) – “Dal 2000 al 2023, il fabbisogno energetico italiano ha registrato un andamento in due tempi: un primo decennio di continua crescita, con il passaggio dai 174,5 Mtep del 2000 ai 176,8 Mtep del 2010, con un picco di 189 Mtep del 2005, e un secondo decennio di forte rallentamento, fino a raggiungere secondo i dati provvisori del 2023, 147,6 Mtep. Si tratta di un andamento analogo a quanto registrato a livello europeo e caratterizzato da una contrazione considerevole nel 2020, a causa della pandemia da Covid-19. La copertura è stata prevalentemente assicurata dai prodotti petroliferi, anche se il loro contributo è progressivamente calato, passando da poco meno del 51% del 2000 al 34% del 2020. A questa progressiva contrazione è corrisposto un incremento della partecipazione alla copertura del fabbisogno del gas naturale e delle fonti rinnovabili”. E’ quanto emerge dal Rapporto Federmanager – Aiee ‘Riflessioni sul Pniec 2024′, presentato oggi a Roma nel corso dell’ evento intitolato ‘Energia, manager per la transizione sostenibile’. Nel giugno scorso è stata pubblicata la versione definitiva dell’aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), per il quale è stato seguito un approccio realistico e tecnologicamente neutro, in grado di rispondere alle istanze emergenti in termini di decarbonizzazione della produzione e dei consumi. In particolare, il gas naturale ha assicurato la copertura di una quota del 33,7% del fabbisogno energetico nel 2000, che è poi salito al 38,8% nel 2022; mentre il contributo alla copertura derivante dalle fonti rinnovabili è cresciuto complessivamente del 174%, passando da 10,1 Mtep del 2000 – quando copriva appena il 6% del fabbisogno energetico – a 27,7 Mtep del 2022, che corrisponde al 19% del fabbisogno. Sul fronte degli impieghi finali, il settore trasporti è rimasto per tutto il periodo il settore che consuma più energia, con un peso sui consumi finali costantemente intorno al 31%, seguito dal settore residenziale in crescita (da 21,5% del 2000 al 25,7% del 2022) e dal settore industria. Com-plessivamente questi tre settori coprono oltre il 60% dei consumi energetici nazionali. Nel 2022, la disponibilità energetica lorda è stata di 143 Mtep, soddisfatta prevalentemente dall’importazione (pari al 78%) e per il 22% dalla produzione interna. La progressiva contrazione delle produzioni nazionali, pur in presenza di una riduzione della domanda, porta inevitabilmente a un aumento del ricorso alle importazioni e conseguente aumento del rischio di una dipendenza energetica, che per le sole fonti fossili ha raggiunto, nel 2022, quasi il 94% per l’Italia, superiore anche a quanto registrato per l’Ue (85%). Il settore elettrico è stato da sempre quello in cui le fonti rinnovabili hanno fatto sentire la loro incidenza: inizialmente con le grandi istallazioni idroelettriche e in prospettiva con il peso crescente delle nuove rinnovabili, come solare ed eolico. Per l’idroelettrico, riporta il Rapporto, in Italia si avverte la necessità di modernizzare e ottimizzare gli impianti esistenti, in un’ottica non solo di efficienza ma anche di capacità di generazione. Tuttavia, per gli operatori del settore esiste un problema di stabilità del sistema normativo e di chiarezza sul tema delle concessioni che, in Italia, hanno una durata di 40 anni. Nello specifico, l’86% delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche risulta ad oggi già scaduto o scadrà entro il 2029. Il fotovoltaico in Italia è ormai una realtà più che matura. Secondo gli ultimi dati Gse gli impianti fotovoltaici installati sono 1.597.447 per una potenza complessiva pari a 30.139 MW. Il 94% degli impianti sono di piccola taglia (potenza inferiore o uguale a 20 kW) e rappresentano il 29% in termini di potenza. – Eolico – Può dare un contributo significativo, soprattutto se si riuscirà ad avviare in maniera più risoluta lo sviluppo di progetti offshore, per i quali la tecnologia prevalente individuata dal Pniec 2024 dovrebbe essere quella “floating”. Il Pniec 2024 prevede un obiettivo di capacità eolica installata al 2030 di circa 28.140 MW di cui 2.100 MW di eolico offshore al 2030.