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Elezioni, Di Costanzo (Pa Social): “Digitale e comunicazione pubblica fuori da dibattito”

Di Redazione |

(Labitalia) – Sui progetti per la pubblica amministrazione “diciamo che si parla poco nel dibattito politico quotidiano, sicuramente tutte le forze politiche hanno affrontato il tema della pubblica amministrazione nei loro programmi. Se guardo al nostro ambito, quello del digitale e della comunicazione pubblica, noto invece un’assenza totale dal dibattito e uno spazio certamente non di primo piano anche nei programmi dei vari schieramenti”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Francesco Di Costanzo, presidente Fondazione Italia Digitale e associazione Pa Social. “Tutti hanno riferimenti generici al digitale, chi più, chi meno, nessuno lo colloca dove dovrebbe stare, in un ruolo centrale. Asset fondamentale del presente e del futuro, insieme alla sostenibilità. Se guardiamo alla comunicazione pubblica, così centrale anche in questi anni di emergenza Covid, serve il lanternino…”, sottolinea amaro Di Costanzo. Una constatazione amara perchè “la comunicazione nella Pa “è un tema che garantisce informazioni, comunicazione, servizi, dialogo e interazione di qualità ai cittadini. Quindi, a mio modo di vedere, centrale per le politiche nazionali e locali. Come detto serve il lanternino per trovare dei riferimenti nei programmi”. “Lo fa il Pd nella sezione dedicata alla Pa con l’intento di ‘avviare il percorso di riforma della legge 150/2000’, il Terzo Polo (Azione – Italia Viva) per ‘la gestione delle emergenze e il rilancio dell’immagine turistica’, Possibile con particolare riferimento a ‘open data e trasparenza’”, spiega Di Costanzo. “Siamo indietro di anni, la politica non può più rimandare la riforma della comunicazione pubblica, ferma al 2000, preistoria rispetto all’attualità degli strumenti, del modo di lavorare quotidiano, delle necessità. Per chi governerà e per il prossimo Parlamento credo sia un impegno importante da onorare”,continua. La strada sul digitale è ancora lunga. “Sulle professionalità digitali, in ogni ambito, c’è ancora molto molto da fare. Il riconoscimento delle professionalità e delle competenze del settore, da tutti i punti di vista, ha ancora molti punti scoperti. Credo serva scatto in avanti, cambiando anche prospettiva. In tutti i programmi sui temi del digitale e della comunicazione l’approccio è sostanzialmente tecnologico e tecnico, manca quasi totalmente una visione culturale, professionale, organizzativa, sociale. Le professionalità in questo campo possono fare la differenza e siamo in forte ritardo nel dargli il ruolo che meritano, nella Pa, ma non solo. Per questo come Fondazione Italia Digitale organizziamo a Torino (7-8-9 ottobre) il primo Festival italiano del Digitale Popolare”, conclude.

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