È tempo di preparare le conserve in casa, fra risparmio e tradizione

Di Redazione / 21 Settembre 2022

Cosenza, 21/09/2022 – L’autunno incede con il suo passo deciso e si approssima il tempo per la preparazione delle conserve, classiche e più originali, per avere sempre a disposizione prodotti genuini, dagli usi disparati ed economici.

Le nonne, in passato, dedicavano giorni e giorni a creare scorte di questo tipo per la dispensa casalinga ma oggi le lancette dell’orologio sembrano scorrere più velocemente tra mille impegni, famigliari e professionali, pertanto ci si può avvalere di qualche strumento pratico che velocizzi il lavoro. In più, può essere una buona abitudine coinvolgere anche tutti i membri della famiglia, soprattutto i bambini. Realizzare le conserve in casa è un modo allegro per insegnare, non solo l’arte culinaria, ma il risparmio, l’importanza dell’artigianalità, della condivisione in famiglia e può diventare una nuova tradizione da ricordare nel tempo.

Quali conserve si possono mettere in cantiere?

Fare le conserve non è solo un procedimento tecnico, ovvero culinario, ma creativo, fantasioso, estroso, perché si possono usare ingredienti insoliti rispetto alle ricette classiche. Servono pochi oggetti, cucchiai di legno, bottiglie e barattoli di vetro con chiusura ermetica, mini mixer, alambicco, pentola con manici pratici e un pizzico di pazienza.

Vediamo cosa preparare. Grembiuli allacciati e mestolo alla mano per: marmellate, confetture, liquori.

Marmellate: per cucinare una buona dose di marmellata, conservata in vasetti di vetro precedentemente sterilizzati, dobbiamo scegliere degli agrumi di qualità, non trattati, meglio se biologici o del proprio orto se presente. Non tutti sanno che il termine marmellata fa riferimento ai soli agrumi e non a tutti gli altri frutti.

Si possono scegliere più agrumi o uno solo, a seconda delle proprie preferenze. Le marmellate più comuni sono a base di limoni, arance e mandarini, ma sono gustose anche quelle di lime e pompelmi, magari quelli rosa che di solito risultano più dolci. Oltre agli agrumi serve lo zucchero che, in media, corrisponde alla metà del peso della frutta usata.

Se si seleziona uno zucchero diverso da quello bianco, ad esempio lo zucchero di canna, il fruttosio, la stevia (nel caso si opti per un prodotto light), è bene verificare che le quantità da usare corrispondano a quelle indicate dalla ricetta di riferimento perché non tutti gli zuccheri dolcificano allo stesso modo.

Ecco il procedimento da seguire sia per marmellate che confetture. Una volta pulita, sbucciata e sminuzzata la frutta si tuffa in acqua bollente e si procede alla cottura a fiamma bassa per una ventina di minuti, circa. Trascorso questo periodo si scola il tutto e si prosegue la bollitura in altra acqua pulita, sempre per venti minuti, per ripetere l’operazione una terza volta (o di più).

Si tratta di una serie di passaggi importanti perché la buona cottura garantisce il successo del risultato finale e addolcisce la marmellata, soprattutto nel caso di agrumi dal naturale sapore amarognolo.

Accantonata tale fase si conserva l’ultima acqua di cottura e si frullano i frutti fino ad ottenere una crema senza grumi a cui aggiungere zucchero e acqua. Non resta che un’ultima cottura per amalgamare ogni elemento e renderlo della giusta consistenza.

Per un tocco un po’ diverso dal solito, in fase di preparazione si può incorporare zenzero fresco, polvere di noce moscata, pepe o qualche spezia di proprio gusto.

Per le confetture il procedimento, così come la quantità, è simile a quello per le marmellate. Cambiano, però gli ingredienti. In questo caso si possono vagliare frutti come pesche, ananas, ma anche pomodori verdi, cipolle, insomma la varietà è quasi infinita. Si può tentare anche qualche accoppiata apparentemente insolita come cipolle rosse di Tropea e rosmarino, petali di rosa (ben profumati, non trattati chimicamente e freschi) e zenzero, uva e melissa con un tocco di foglie fresche di menta, banane, cannella e pere, pomodorini e peperoni piccanti. L’estro e la cucina devono andare di pari passo.

Le confetture non accompagnano solo le colazioni o le pause dolci della giornata ma anche i pasti salati come i formaggi con cui si sposano benissimo esaltando il sapore del formaggio stesso, fresco e stagionato. Niente di meglio per un aperitivo saporito.

Un liquore dopo cena, magari in compagnia di amici o davanti al caminetto acceso o alla tv, è sempre un momento di relax e se il liquore è fatto in casa c’è più soddisfazione.

Per l’esecuzione di un liquore è necessario dotarsi di uno strumento che faciliti il lavoro, oltre ad essere anche esteticamente bello al punto da poterlo esporre in cucina come elemento decorativo. Si tratta dell’alambicco. Indispensabile per distillare, ovvero separare un ingrediente dall’altro tramite evaporazione e condensazione.

I liquori si ricavano in due step: affinamento e macerazione. È sufficiente, infatti lasciare in ammollo nell’alcol puro (95 gradi) foglie fresche, non trattate, di alcune piante, ad esempio menta, salvia, alloro, oppure buccia di limone (dopo aver sfregato la parte bianca interna che renderebbe il liquore amaro). L’ammollo deve avvenire in un contenitore sterilizzato di vetro riposto al buio e durare alcune settimane, almeno 2 al termine delle quali l’alcol risulta colorato e non più trasparente.

Si aggiunge poi uno sciroppo di zucchero e acqua con cui diluire il macerato e, in alcuni casi, si può scaldare il tutto sulla fiamma lenta senza portare ad ebollizione altrimenti l’alcol evapora.

Il liquore va fatto affinare, cioè “riposare”, per un paio di mesi prima di consumarlo, meglio se direttamente in bottiglia di vetro per maggior praticità.

Se si possiede un giardino o una bella pianta di rosa, raccogliendone i petali freschi ci si può cimentare nella macerazione della rosa per un liquore dal sicuro effetto aromatico romantico.

Per informazioni:

tel: 351 0633308

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