Venezia, 10 mar. Fare di Venezia una città campus, ossia un centro di sapere e di eccellenza capace di attrarre, formare e trattenere giovani talenti con conoscenze avanzate, attraverso la qualità dell’offerta formativa e della ricerca, ma anche dei servizi correlati nel contesto di una comunità inclusiva, moderna e sostenibile. Questo l’obiettivo primario del workshop organizzato dalla Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità, che si è svolto oggi nell’auditorium di The Home of The Human Safety Net, presso le Procuratie Vecchie a Venezia, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, per fare il punto su un progetto promosso da Università Ca’ Foscari, Università Iuav di Venezia, Conservatorio di Musica Benedetto Marcello, Accademia delle Belle Arti, Comune di Venezia.
La progettualità muove da un’analisi delle economie che alimentano la città lagunare e che possono essere fatte coincidere sinteticamente con tre motori di sviluppo fondamentali: il turismo, la produzione e il sapere. Se negli ultimi anni le risorse economiche e finanziarie si sono focalizzate quasi interamente sulla “città del turismo”, il progetto “Venezia Città Campus” mira a riequilibrare i tre driver di sviluppo permettendo una crescita più armonica e sostenibile.
È proprio la componente del sapere, infatti, che, secondo quanto illustrato nel corso del workshop, avrà la forza di scardinare il paradigma attuale attraverso la costruzione di un campus diffuso, che potrebbe svilupparsi in parte a Venezia, nelle aree di compenetrazione tra porto e città, in parte a Mestre, nella zona di via Torino, e a Porto Marghera, attorno alle aree del Parco Scientifico Vega. Fondamentale sarà aumentare l’offerta formativa allineandola alla media virtuosa europea, in modo da attrarre talenti da tutto il mondo: la stima iniziale prevede un raddoppio della popolazione studentesca cittadina, che potrebbe passare, nell’arco di dieci anni, dalle attuali 31mila unità a circa 60mila.
“Venezia Città Campus è un progetto ambizioso, potremmo quasi definirlo un’ideale di città della conoscenza. Una Venezia che corre, che rincorre il sapere e che vuole superarsi – dichiara il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini – Una città in cui la conoscenza diventa motore di progresso con e per il territorio. Può rappresentare un progetto-pilota per instaurare nuove relazioni tra gli atenei, le imprese e i territori. Contribuendo a rafforzare il diritto allo studio, la didattica innovativa e percorsi che sappiano guardare al futuro, che sappiano anticipare le necessità del mondo delle imprese e della società in cui i ragazzi e le ragazze dovranno cercare lavoro una volta terminati gli studi. Per poter rendere reale la Città Campus occorre lavorare insieme, come una squadra, seguendo la visione comune”.
Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia dichiara: “Venezia per storia, cultura e vocazione è città del sapere. Non si guardi però al solo passato: l’illustre capitale ereditato deve essere trasformato in fondamenta per costruire, assieme, il futuro di questa città. Che non può essere relegato alle pur preziose presenze turistiche. Venezia deve trasformarsi in una formidabile incubatrice del sapere: e sono i giovani a poter essere protagonisti di questo nuovo progetto Venezia Città Campus. Una sfida che potrà favorire l’arrivo anche di ragazzi dall’estero, generando una crescita virtuosa a livello formativo, economico, culturale”.
“Ringrazio tutti i presenti, in rappresentanza dei 13 soci fondatori e 26 cofondatori della Fvcs, e soprattutto l’amico Renato Brunetta per l’impegno ammirevole che ha messo in questa Fondazione”, ha dichiarato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. “Il progetto Città Campus è un’occasione storica per Venezia di aprire un nuovo ciclo, quello di un’economia fondata sulla conoscenza. Bisogna mostrarsi al mondo non più solo come luogo ‘mitico’ da visitare, ma come possibilità tangibile di residenza e lavoro – ha aggiunto – Lo sviluppo di un’economia della conoscenza è una strategia efficace per innescare un circolo virtuoso che si autoalimenta con l’attrazione dei migliori talenti in circolazione; l’opportunità di sviluppare competenze professionali sarà poi valorizzata in network e circuiti lavorativi locali in dialogo con la dimensione globale. L’università deve agire come prima calamita di attrazione ma è poi la città che deve offrire ai giovani possibilità di lavoro e qualità di vita adeguate. Per questo sistemare un asilo o un ponte non si devono vedere come singoli interventi, ma come parti di un progetto di trasformazione e adattamento delle differenti parti della città”.
“È una visione ambiziosa e coraggiosa, che oggi diventa ancora più ambiziosa e richiederà ancora più coraggio! Venezia anticipa i problemi che interesseranno l’intero Paese, per questo è importante discutere, affrontare le questioni e trovare soluzioni, come fatto con il Mose – ha proseguito il sindaco – Una città vive con una moltitudine di funzioni; deve essere connessa in maniera fisica e telematica. Per questo stiamo completando la cablatura intera di Venezia, puntando sui vettori e sulle infrastrutture (aeroporto, stazioni, darsene, porto) e sulla mobilità green attraverso la predisposizione di colonnine per le ricariche elettriche, distributori ad idrogeno, bus elettrici, piste ciclabili, bike sharing. È fondamentale investire sull’innovazione, la tecnologia, la ricerca scientifica, la cultura, sull’economia del mare, dalla sicurezza al refitting, su Porto Marghera come hub per la ricostruzione dell’Ucraina, con il partenariato pubblico-privato. Dobbiamo dimostrare che Venezia non è una città da vedere una sola volta, ma un luogo in cui si possa tornare, ma soprattutto decidere di stabilirsi, vivendoci e lavorandoci”.
“Prende il via oggi uno dei tavoli tematici su cui la Fondazione sta raccogliendo risorse, competenze e progetti”, ha dichiarato Renato Brunetta, presidente di Fvcms. “Affinché Venezia diventi una vera capitale della sostenibilità dovrà essere prima una capitale mondiale della cultura e del sapere e questo potrà avvenire solo attraendo le migliori menti da tutto il mondo – ha sottolineato – I numeri ci dicono che per raggiungere la media europea vanno attratti in Veneto 80.000 nuovi studenti dei quali verosimilmente per un terzo (circa 30.000) potranno trovare posto in laguna. La parte veneziana del processo di aumento – cui potranno concorrere anche gli altri atenei della regione – potrà essere quella più votata alla novità con percorsi interdisciplinari totalmente mancanti nel panorama italiano e con un focus particolare sui temi di sostenibilità ambientale in cui Venezia è modello a scala planetaria. In ultima analisi, si tratta di accompagnare Venezia in una trasformazione che le consenta di passare ad essere da palcoscenico di saperi sviluppati altrove a vera fucina di formazione di talenti, di cultura e di nuova occupazione”.
Tiziana Lippiello, rettrice dell’Università Ca’ Foscari, ha affermato: “Il progetto Venezia città campus persegue le principali azioni del Piano Strategico di Ca’ Foscari: l’innovazione, l’internazionalizzazione, l’attrazione, lo sviluppo di Venezia come luogo di cultura, innovazione e città straordinaria da vivere. Sono politiche sulle quali il nostro Ateneo si impegna con una serie di investimenti e azioni. Un obiettivo che non può essere solo nostro ma va condiviso e perseguito insieme alle istituzioni di alta formazione della città, all’Amministrazione comunale, alle aziende del territorio, alla Regione Veneto, al Porto, al Mur e al Cnr etc. per offrire alla collettività un modello di sostenibilità ambientale, economica e sociale condiviso per una città tanto bella quanto fragile quale è Venezia. È un importante punto di partenza che dobbiamo onorare con scelte concrete e incisive per le nostre studentesse e i nostri studenti, per i talenti di tutto il mondo. Venezia non è uno spazio da riempire ma un luogo da valorizzare e la sua tradizione è il punto di forza per il suo sviluppo e la sua innovazione; un’opportunità che dobbiamo saper cogliere ora, per il futuro delle nuove generazioni”.
Benno Albrecht, rettore dell’Università Iuav di Venezia ha aggiunto: “Bisogna darsi l’obiettivo di aumentare la popolazione studentesca a Venezia costruendo una grande scuola globale sui saperi del futuro, capace di formare il nuovo Made in Italy e attrarre studenti da tutto il mondo per aumentare il nostro soft power. Per realizzare un’operazione di tale portata è necessario sviluppare un nuovo approccio di strategia urbanistica che consideri tutte le aree di trasformazione nella città storica e di terraferma andando a calibrare gli interventi in modalità adattativa monitorando continuamente il progresso del progetto e del suo impatto economico”.