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Csel, Enti Locali comincino ora a redigere progetti per essere pronti a inizio 2022
Pisa, 21 set. (Labitalia) – Giunti alle soglie dell’ultimo trimestre del 2021, siamo davanti all’avvio del Pnrr. I primi fondi sono già stati stanziati e molti altri arriveranno nei prossimi mesi. Ma, di fronte a una sfida che chiederà alle amministrazioni pubbliche di spendere in 5 anni 300 mld su obiettivi dedicati sottoposti a un sistema rigoroso di controlli, gli Enti Locali e in particolare i piccoli Comuni comincino ora a redigere i progetti per i quali chiederanno un finanziamento. E’ il messaggio lanciato dal webinar svoltosi oggi, dal titolo ‘Le regole tecniche e i bandi del Pnrr per gli Enti Locali’, con il quale ha preso il via la rassegna di eventi ‘Le sfide e le opportunità per gli Enti Locali’, patrocinata da Regione Lazio, Regione Piemonte, Assemblea Regionale Siciliana e Regione Toscana, il cui approdo finale sarà il grande evento conclusivo ‘Road to 2022’, previsto per il 1° dicembre 2021. La carrellata di appuntamenti si inserisce nel Progetto informativo e divulgativo gratuito denominato ‘Next Generation Eu – EuroPA Comune’, organizzato dal Dipartimento Economia e Management dell’Università di Pisa e da Centro Studi Enti Locali, le cui adesioni hanno recentemente raggiunto quota 3.000, tra amministrazioni comunali e società pubbliche. Tavolo tecnico su regole e processi Il tavolo tecnico di oggi è stato l’occasione per approfondire quelli che sono i processi e le regole tecniche per accedere ai bandi del Pnrr e portare avanti i progetti. E per illustrare nel dettaglio i vincoli europei, i milestone e i tempi. Gli obiettivi sfidanti che gli Enti locali hanno davanti sono, infatti, un’occasione che, senza la corretta progettazione degli interventi, rischia di limitare quella capacità di spesa che l’Europa e il Governo chiedono. Moderati dal giornalista Francesco Selvi (consulente del Governo Gentiloni nella XVII Legislatura), sono intervenuti: Nicola Tonveronachi, ad Centro Studi Enti Locali Spa, Iacopo Cavallini, Dem Unipi, Carlo Conte, componente Standard Setter Board – Ragioneria generale dello Stato, Adelaide Mozzi, membro della Task force per la ripresa e la resilienza – Segretariato generale della Commissione europea, Valerio Valla, fondatore e Ceo Studio Valla, esperto di sviluppo locale e di programmi comunitari e di fondi strutturali, Andrea Mazzillo, economista, esperto di finanza locale presso la sezione Autonomie della Corte dei conti, e Livio Lai, referente Assistenza tecnica Pnrr – Centro Studi Enti Locali. Tonveronachi, ‘è il momento del fare’ “Oggi comincia un ciclo -ha detto Tonveronachi- che noi abbiamo volutamente collocato in 6 eventi e per il quale nel frattempo sono arrivati patrocini prestigiosi per proiettarsi fin da subito sul 2022. Perché, anche se tutto ancora non è scritto, sostanzialmente sono piuttosto delineati tutti gli strumenti normativi che dobbiamo seguire nell’attuazione del Pnrr. Non è più il momento di suggestioni, ma di delineare realmente quello che si deve produrre: stanno per arrivare i bandi e quindi il comparto degli Enti locali deve essere pronto non solo a informarsi, ma anche a formare, aiutandosi con il Portale del reclutamento e con l’aiuto delle risorse umane che arriveranno dai ministeri, un contesto di lavoro che mi auguro sia davvero concreto e operativo e che spazzi via, detto senza polemica, quel venticello che già spira delle giustificazioni”. “Sento già Comuni e sindaci lamentarsi, che non è stato un percorso bottom-up, che non sono stati coinvolti i territori nella costruzione di questo grattacielo. Ma ora è il tempo del fare: dobbiamo metterci insieme perché il tema della dimensione dei 15.000 abitanti sarà centrale, e esercitarsi su alcuni bandi che noi abbiamo segnalato. Già i soldi stanno girando ed escono i primi avvisi che coinvolgono gli enti locali. Chi ha buoni progetti e chi si organizza nel metterli insieme, o nel Pnrr o nel Pnc, sappia che saranno presi in considerazione o dai Ministeri o dal Governo nazionale. Chi ha buone idee e buoni progetti si muova ora e non aspetti che qualcuno lo coinvolga”, ha concluso Tonveronachi. Cavallini, ‘poca programmazione per ora ma arriverà’ In questo senso, ha detto Iacopo Cavallini, ricordando che l’Università di Pisa è partner del Centro Studi Enti locali nel progetto ‘Next Generation Eu – EuroPA Comune’, “certi comportamenti sono tipicamente italiani: senza voler banalizzare, però effettivamente la carenza di programmazione è quasi congenita nel nostro Dna, è presente e si sta manifestando anche in questo caso, dove, a fronte di una chiarezza estrema sulle tipologie e gli scopi dei fondi che arriveranno e del fatto che abbiamo saputo subito che ci sarebbe stata una cabina di regia top-down, sembra però mancare il completamento della filiera degli attori. Sono però scarsamente preoccupato: dopo tanti anni di lavoro con le amministrazioni pubbliche sono però sicuro che a un certo punto la catena diventerà ben solida e anche ben chiara. Anch’io dico: adesso che abbiamo imparato i fondamentali, mettiamoci al lavoro”. Conte, ‘puntare a una collaborazione verso i comuni minuscoli’ “Sono già pervenuti in Banca d’Italia -ha ricordato poi Carlo Conte- 25,2 mld di euro della prima tranche dell’Unione Europea. Il Mef si è attivato per la creazione di 500 posti di lavoro per dei professionisti per poter effettuare il controllo di attuazione dei programmi che saranno realizzati con i soldi Ue. Sono posti di lavoro a tempo determinato per un triennio e sono 500 unità di grande rilievo tra economisti e ingegneri. Inoltre presso la Ragioneria generale dello Stato è stata istituita una nuova direzione che seguirà tutte le iniziative che vengono svolte coi Fondi europei e in cui dovranno trovare collocazione queste nuove risorse, questi giovani professionisti”. Parlando poi del ruolo degli Enti Locali, Conte ha spiegato: “Abbiamo 8.100 Comuni, dei quali 5.500 al di sotto dei 5.000 abitanti (quelli che più di altri avrebbero bisogno di formazione specifica), abbiamo 200 grandi Comuni e il resto sono intermedi, tra i 40.000 e i 100.000 abitanti. Quello su cui bisogna puntare è una collaborazione verso i comuni minuscoli perché se in un Comune come Palermo un grosso ufficio di ragioneria o finanziario c’è, con persone che conoscono bene il mestiere, nel comune della Valtellina con 8 persone chi è il ragioniere capo? Questi Comuni hanno bisogno di formazione che deve essere attivata fin da ora”. Valla, ‘L’Italia deve giocare un ruolo da protagonista’ “Abbiamo di fronte anni straordinari -ha sottolineato poi Valerio Valla- e l’Italia deve giocare un ruolo da protagonista. Parliamo di un Recovery Plan che vale circa 191 mld, a cui si aggiungono 30 mld del Fondo complementare che il governo ha voluto, ma a questa somma dobbiamo aggiungere anche i 70-80 mld di euro legati alla programmazione Ue 2021-2027. Quindi di qui al 2027 avremo di fronte risorse per circa 300 mld di euro che confrontati al precedente ciclo di programma 2014-2020 sono 4 volte le risorse a disposizione. La straordinarietà del Piano è che il governo ha voluto, ha dovuto predisporre una serie di missioni e di obiettivi: questi denari cioè contrariamente a quanto avveniva prima, sono legati all’ottenimento di traguardi che vanno valutati semestre per semestre”. Mozzi, ‘Pnrr e Fondi strutturali: doppia sfida’ Per Adelaide Mozzi, la road map del Pnrr “sarà sicuramente un’impresa molto impegnativa con una sfida doppia perchè oltre ai Fondi del Next Generation ci sono quelli della programmazione tradizionale del bilancio europeo che sono altrettanto importanti”. L’esperienza della gestione passata dei fondi Ue “ci consegna delle lezioni -ha spiegato la componente della task force europea- e quando come Commissione abbiamo lavorato con il Governo e il ministero delle Finanze al Piano, sicuramente le lezioni sul mancato assorbimento dei Fondi strutturali sono state sicuramente un tema che ci ha accompagnato lungo la condivisione del Piano stesso”. Rispetto al passato cambiano comunque molte cose: “Prima di tutto -ha osservato Mozzi- una grande semplificazione normativa, anche in tema di appalti pubblici, una riforma della Pa che ci metterà un po’ di tempo a entrare in vigore, e, importantissimo per gli Enti Locali, la possibilità di avere un supporto tecnico. Nel Piano è infatti previsto il reclutamento di 1.000 esperti che vengono pagati con risorse Pnrr, che hanno il compito di supportare e affiancare le amministrazioni locali nella redazione dei progetti”. Mazzillo, ‘cominciare a costituire sistema responsabilità controlli’ Fondamentale nell’ambito del Pnrr anche il tema dei controlli. L’economista Andrea Mazzillo ha ricordato quali sono le strutture che a vario titolo si interesseranno del controllo: “La Corte dei Conti è un soggetto esterno che controlla e verifica il tutto ma questo è un controllo ‘delegato’ dalla Corte dei Conti europea che si affida alle Corti nazionali per fare questa attività. Nell’ambito governativo abbiamo invece l’Ufficio di Audit Grue che si trova all’interno del Mef, un elemento di sintesi per una gestione diretta e univoca dei progetti”. “Per quanto riguarda anche le amministrazioni locali, sappiamo che tutti hanno una responsabilità che è graduata in base all’intervento. Anche su questo è stata prevista l’istituzione di uffici dedicati nelle amministrazioni centrali che possano dialogare direttamente con il Mef, mentre nelle amministrazioni territoriali è necessario individuare delle figure responsabili. Bisogna quindi cominciare ad allestire un sistema di responsabilità che sia in grado di intercettare le sfide del Pnrr”, ha auspicato Mazzillo. Lai, ‘bisogna avere una visione strategica del proprio territorio’ Livio Lai, esperto di formazione di finanziaria, ha spiegato che, agli amministratori che lo chiamano per avere delucidazioni sul Pnrr, rivolge spesso una domanda. “Chiedo: ‘Come volete voi cambiare il volto del Comune? Come lo vedete di qui al 2030?’. Una domanda basilare perché bisogna avere una visione strategica del proprio territorio. Se non abbiamo questa visione, finiamo che possiamo avere anche finanziamenti per tanti progetti, ma disuniti e il risultato non sarà lo sviluppo che volevamo avere”. “Oggi non abbiamo più tante scuse e motivazioni che hanno fatto finire tanti progetti nei cassetti: al 31/12/2020 (elaborazione Csel per Adnkronos), abbiamo speso per cassa, in 7 anni, solo il 42% di 73 mld di fondi europei. Oggi dobbiamo spendere in un periodo minore, in 5 anni, 15 volte. Una sfida enorme di cui dobbiamo essere protagonisti”, ha concluso. (di Mariangela Pani)