Roma, 15 dic. (Labitalia) – Una nuova Legge Quadro, che, a distanza di venti anni dall’ultimo provvedimento approvato in Parlamento, in materia di Confidi, tenga conto dei tanti cambiamenti che hanno interessato il mercato del credito e della garanzia. E l’istituzione di un Fondo per l’accesso al credito delle Mpmi che potrebbe essere gestito direttamente dal sistema dei Confidi. E’ quanto ha chiesto alla politica e al governo Rosario Caputo, presidente di Federconfidi, nel suo intervento al seminario nazionale ‘Federconfidi, mezzo secolo di storia di credito e garanzie’, organizzato a Roma, con il Patrocinio del Senato della Repubblica, su iniziativa della vice presidente del Senato, Anna Rossomando (Pd), in occasione del Cinquantesimo anniversario dalla costituzione di Federconfidi, la federazione che riunisce i sedici Confidi di area confindustriale.
“Nel lontano 2003 -ha affermato Rosario Caputo nel corso del suo intervento- dopo essere stata lungamente invocata, si giunse ad una Legge Quadro per dare forma ad un progetto di razionalizzazione del Sistema dei Confidi favorendo l’evoluzione verso modelli più strutturati, configurandosi, allora, come un passaggio fondamentale nella storia del nostro sistema. È stato infatti il primo intervento normativo esplicitamente rivolto ai Confidi, attribuendo ad essi piena rilevanza giuridica a un fenomeno che fino ad allora esisteva solo nell’esperienza concreta o in alcuni tratti di normative strutturate per altri soggetti”.
“Oggi, però -ha aggiunto il presidente di Federconfidi – quella Legge Quadro è diventata anacronistica, così come l’intera disciplina del settore, poiché rispecchia sempre meno le modalità operative raggiunte dai Confidi negli ultimi vent’anni, alla luce del mutato contesto di mercato in cui operano. Diventa, perciò, indispensabile sviluppare un nuovo assetto in grado di assicurare al Sistema dei Confidi le peculiarità raggiunte nel tempo e di salvaguardarne la stabilità, mediante un nuovo quadro normativo che tenga in considerazione più settori del mercato del credito e della garanzia privata. Adesso più che mai -ha concluso Caputo- è giunto il tempo delle scelte. In tale ambito, la Federazione ha delegato ad Assoconfidi, che rappresenta in maniera estesa il nostro Sistema, il ruolo di interlocutore delle istanze del sistema, affinché si faccia promotore di una nuova e moderna Legge, in grado di assicuraci un degno e articolato ruolo nell’interesse creditizio delle mPMI”.
Altro tema toccato da Caputo l’istituzione di un Fondo per l’accesso al credito delle Mpmi, “che potrebbe essere gestito direttamente dal sistema dei Confidi per permettere a quelle aziende, con basso rating e più difficilmente bancabili,di poter usufruire di un canale finanziario ‘complementare’ valorizzando la mission primordiale dei Confidi della prossimità territoriale e della conoscenza diretta delle imprese”, ha sottolineato.
Confidi che hanno raggiunto risultati sempre più rilevanti. Infatti, come ha spiegato Caputo, al 31 dicembre 2021 i finanziamenti diretti dei Confidi alle imprese ammontavano a 275 milioni di euro, con un trend di crescita superiore al 62% rispetto al valore registrato al 31 dicembre 2020 di circa 170 milioni di euro. Risultati ottenuti oltre che con l’impegno diretto dei Confidi (dovuto ad una solidità patrimoniale rappresentata da un Tier 1 medio superiore al 33%), anche grazie all’accordo Assoconfidi–Cassa Depositi Prestiti, denominato ‘Plafond Confidi’ che, sottoscritto a fine 2020, ha destinato 500 milioni di euro di provvista, permettendo ai 21 Confidi Vigilati accreditati di erogare, fino a novembre 2022, finanziamenti per oltre 135 milioni.
Caputo, inoltre, ha evidenziato i segnali positivi ricevuti dalla politica e dalle istituzioni e la crescente attenzione dedicata al ruolo che i Confidi possono svolgere in questo delicato momento e come, grazie alle iniziative del Parlamento, introdotte nel Decreto Rilancio di maggio 2020, i Confidi hanno oggi una maggiore operatività rispetto al passato e possono dare un supporto diretto alle aziende attraverso l’erogazione di finanziamenti diretti.
E nel corso del convegno è arrivato l’apprezzamento delle imprese all’attività dei Confidi. Come quello espresso da Emanuele Orsini, vice presidente per il credito, la finanza e il fisco di Confindustria che ha sottolineato come “nel contesto attuale è essenziale per il sistema produttivo e per le pmi poter contare ancora sul supporto dei Confidi. Confidi che, ne sono certo, come sempre fatto in passato, sapranno aggiornare il loro ruolo, le loro caratteristiche e il loro sistema di rappresentanza in relazione al mutato scenario e alle nuove e più sofisticate esigenze delle nostre imprese. Sarà, tuttavia, fondamentale, sia individuare iniziative tese a consentire ai Confidi di finanziare le imprese più fragili, sia definire un nuovo assetto normativo in grado di preservare le specificità del sistema, salvaguardarne la stabilità e farne evolvere il ruolo anche attraverso aggregazioni, reti o forme alternative di collaborazione e sinergia”, ha concluso.
E secondo la vice presidente del Senato, Anna Rossomando (Pd) per quanto “riguarda le risorse che alle imprese possono arrivare dall’ambito del credito qui il ruolo dei Confidi assume centralità, con garanzie che agiscono da moltiplicatore delle risorse medesime evitando alle imprese di deprimere le scelte aziendali, prima a causa del Covid, ora a causa dell’inflazione, del rialzo dei tassi di interesse, della crisi e dei costi dell’energia”.
E il governo, con il sottosegretario al Mef, Lucia Albano, ha risposto subito presente alle sollecitazioni del presidente Caputo. “Sulla richiesta di una normativa sui Confidi che sia più attuale posso dire che c’è disponibilità da parte nostra al confronto, ad aprire dei tavoli su questo”, ha sottolineato.
Secondo Albano “le competenze, la professionalità e la vicinanza al territorio di organizzazioni come Confidi sono essenziali per la crescita e lo sviluppo. I Confidi possono essere protagonisti per lo sviluppo nei prossimi anni”, ha continuato Albano che ha sottolineato che “la complementarità con il sistema bancario è importante per il sistema Confidi”.
E per Luca Felletti, responsabile finanziamenti agevolati divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo “è indispensabile che risorse pubbliche e private agiscano in sinergia, con l’obiettivo di allungare i piani di ammortamento delle imprese, nonché di consentire la rinegoziazione dei prestiti in maniera diffusa. Intesa Sanpaolo continuerà a fare la sua parte, mettendo a disposizione risorse e strumenti a supporto delle pmi. Basti pensare che solo attraverso il Fondo di garanzia per le pmi, abbiamo finanziamenti in essere a beneficio di 585.000 imprese per un controvalore di quasi 53 miliardi. In questo quadro il ruolo dei consorzi Fidi può essere sicuramente sinergico nell’attesa di una riforma che possa valorizzare ulteriormente il loro ruolo”, ha concluso.