Londra, 14 giu. (Adnkronos Salute) – Il rischio di ricovero in ospedale dopo essere rimasti contagiati con la variante Delta (indiana) del coronavirus Sars-CoV-2 è quasi doppio rispetto a quello della variante Alfa (inglese), ma due dosi di vaccino forniscono comunque una forte protezione contro il mutante, sebbene inferiore rispetto a quella contro la variante inglese. E’ quanto rileva una ricerca pubblicata su ‘The Lancet’, della quale dà conto la britannica Sky News.
Secondo i dati analizzati dai ricercatori, la variante indiana è la forma predominante di coronavirus pandemico circolante nel Regno Unito e si ritiene che sia del 60% più contagiosa di quella inglese. Come le precedenti varianti del virus, anche nel caso di quella indiana le persone che corrono più rischi di ospedalizzazione sono quelle con patologie preesistenti.
I vaccini, è stato rilevato, riducono il rischio di ospedalizzazione, ma occorrono 28 giorni dopo la somministrazione della prima dose per riscontrare forti effetti di protezione contro la variante indiana. In particolare, il vaccino Pfizer-BioNTech fornisce contro questa variante una protezione del 79%, rispetto al 92% di protezione con la variante inglese. Per il vaccino Oxford-AstraZeneca, invece, è stata rilevata una protezione del 60% contro le infezioni dovute alla variante indiana, rispetto al 73% della variante inglese.