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Così all’Italia “serve” il Superenalotto

Di Redazione |

Il Superenalotto rientra tra i giochi legali in Italia e, come tale, ha la sua sezione dedicata sul sito dell’Agenzia delleAccise, delle Dogane e dei Monopoli – ADM. Il sistema delle autorizzazioni e delle concessioni che ha permesso a Sisal, che gestisce il gioco, di operare ha un chiaro ritorno per lo Stato italiano. In primo luogo, è lo Stato stesso ad aver emanato, nel 2019, l’ultimo bando per la gestione del Superenalotto. Per i nove anni seguenti quella data, la Sisal resterà dunque concessionaria di uno dei giochi più diffusi sul suolo italiano.

Il bando stesso ha previsto sin dal primo momento un forte ritorno per lo Stato. Infatti, le tre società in gara, ossia Sisal, Lottomatica e Sazka, hanno iniziato la loro competizione da una base d’asta di 100 milioni di euro. Non da meno, hanno dovuto giocare al ribasso con le commissioni da incassare sul gioco stesso: proprio Sisal, infatti, si era già distinta per essere scesa al 3,73% su un massimo tollerato del 5%.

Data la premessa sul ritorno in termini economici per lo Stato italiano, per la sola erogazione della concessione nel controllo del gioco, i più scettici potrebbero veder confermata la teoria sull’impossibilità di vincere a questo gioco, come se fosse realmente voluta dallo Stato. In realtà, proprio la gestione stessa da parte dello Stato, nelle vesti dell’ex AAMS, è garante di un meccanismo perfettamente lecito e in alcun modo pilotato. È certo ovviamente che la possibilità di vincita con il proverbiale 6 al Superenalotto sia molto limitata. Lo stesso sito ADM la stima come una probabilità su oltre 600 milioni. Vanno meglio il 5+1, con una probabilità su oltre 100 milioni e il 5 secco, con una possibilità su un milione circa.

Inoltre, il metodo di estrazione si è andata sempre più aggiornando. Il passaggio dall’estrazione in diretta delle sfere contenenti i numeri della sorte al sistema computerizzato, certamente più freddo, non è sfuggito ai più tradizionalisti. Probabilmente, questo cambiamento si lega a un momento in cui il calo del numero di giocatori meritava una risposta e un aggiornamento del meccanismo di gioco da parte di Sisal. Il tutto, tenendo sempre presente le richieste dello Stato in termini di imparzialità e perfetta aleatorietà dell’estrazione: elementi, questi, che non sono mai venuti meno.

In conclusione, l’affidabilità del meccanismo di gioco del Superenalotto garantisce allo stesso tempo tanto i giocatori, quanto lo Stato italiano. I giocatori sono tutelati proprio in virtù della perfetta casualità con cui avviene l’estrazione elettronica. Contemporaneamente, però, si delinea sullo sfondo il vero vincitore del gioco, ossia proprio lo Stato. In virtù della gara d’appalto al miglior offerente indetta nel 2019, le casse dello Stato sono state riempite in maniera significativa dall’offerta di Sisal. Il tutto, senza considerare quella consistente percentuale sugli incassi che l’erario incassa annualmente.

Guardando ai numeri, nel solo 2018 lo Stato ha incassato 1,4 miliardi di euro. Supponendo che nei 9 anni di concessione Sisal la raccolta si mantenga costante, ecco che gli introiti per lo Stato ammonterebbero a circa 13 miliardi di euro. Se si considera che in 21 anni di attività il Superenalotto ha distribuito 6 miliardi di vincite ai giocatori e dato 21 miliardi allo Stato, si dovrebbe capire in pieno l’importanza di questo gioco per l’erario statale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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