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Con Il Mannarino il welfare aziendale sbarca in macelleria
Roma, 5 nov. (Labitalia) – Il welfare aziendale sbarca in macelleria. Grazie a una startup nata con l’intento di nobilitare l’antica arte della macelleria attraverso un’esperienza multicanale (offline all’interno delle macellerie con cucina e online sul proprio canale e-commerce), che ha superato le criticità della ripartenza post-pandemia ed è ora a pieno regime anche con l’organico. Ma non solo: dalle condizioni di lavoro alla motivazione verso questo mestiere che sembra lontano dalle aspirazioni dei giovani, fino a veri e propri premi di produttività, ha implementato un piano di welfare degno di una multinazionale. E’ Il Mannarino, macelleria di quartiere con cucina, nata a Milano nel 2019 da un’idea di Filippo Sironi e Gianmarco Venuto, due giovani imprenditori brianzoli, che hanno puntato su tre pilastri fondamentali: qualità, salvaguardia del benessere degli animali e consapevolezza del consumatore. “Attualmente abbiamo 100 lavoratori assunti. Abbiamo faticato in ripartenza, a giugno, a reperire il personale, in quanto c’è stato un momentaneo shock tra domanda (pochissimi lavoratori disponibili, complice anche l’imminenza del periodo estivo) e offerta di lavoro (che è ripartita molto forte appena sono state eliminate le restrizioni). Non appena inquadrate le risorse, attualmente siamo con organico a pieno regime e continuiamo mese su mese grazie ai nostri staff ad aggiornare i nostri record di fatturato”, spiegano ad Adnkronos/Labitalia i founder de Il Mannarino, Filippo Sironi e Gianmarco Venuto. “Da Mannarino le condizioni di lavoro sono molto migliori rispetto alla ristorazione – assicurano – sia in termini di retribuzione che in termini di orari lavorativi. Infatti, i nostri ragazzi vengono retribuiti a ore lavorate e tutti gli straordinari vengono retribuiti, anche se raramente superano le 40 ore settimanali. Inoltre, non fanno più di 2 spezzati la settimana. Ed è per questo che in Mannarino abbiamo un tasso di rimanenza dopo un anno di lavoro pari al 90% della forza lavoro. Dato altissimo che ci rende orgogliosi e ci permette di avere attraverso percorsi di crescita tanti ragazzi motivati che credono in Mannarino”. Il Mannarino non è una semplice bottega di macellaio, ma una vera e propria macelleria di quartiere con cucina: oltre ad acquistare la carne – al banco oppure sul sito ufficiale, con consegna in tutta Italia – i clienti possono gustarla direttamente a tavola, nei ristoranti presenti all’interno di tutti i locali dell’insegna. Un business model che ha riscosso un successo immediato puntando su carne di qualità, specialità culinarie tradizionali e buon vino mediterraneo. “Parte della mission di Mannarino è di creare la nuova macelleria di quartiere. Per fare ciò, Mannarino sta ri-nobilitando l’arte della macelleria attraverso la riscoperta del ruolo del macellaio, un mestiere antico da continuare a tramandare. Per attrarre i giovani bisogna stimolare la loro curiosità, quindi bisogna farli innamorare del mondo carne e delle tantissime conoscenze da apprendere. Il mestiere del macellaio è caduto in disuso perché, a causa della Gdo, i macellai hanno perso il contatto con le persone, diventando dei meri lavoratori di materia prima. Da Mannarino, invece, oltre che lavorare la materia prima, i macellai sono a contatto con le persone tutto il tempo perché lavorano la carne davanti a loro e, tramite la relazione con il cliente, trasmettono i segreti e la cultura della carne”, sottolineano. Da qui prende le mosse anche il piano di welfare aziendale. “Da Mannarino vogliamo coinvolgere tutti gli staff nei risultati aziendali. Per questo, abbiamo creato un piano welfare che premia i ragazzi in base al loro ruolo in azienda e in base alla loro anzianità (da più tempo sono in Mannarino è più il premio loro riservato sarà alto, in maniera tale da incentivarli a rimanere a lungo). Il piano welfare prevede che ogni singolo store venga valutato sulla base delle recensioni dei clienti e sulla base di un audit interno. Se il singolo store supera gli standard di cui sopra, i dipendenti del punto vendita ricevono un incentivo in base al ruolo ricoperto nel negozio (store manager, vice store manager, cameriere, capo cucina, cuoco, macellaio o lavapiatti) e all’anzianità (chi ha 2 anni di anzianità prende un premio doppio rispetto a chi ne ha uno). I premi erogati vanno da 100 a 250 euro al mese netti da aggiungersi alla retribuzione”, concludono.