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Commercialisti: reddito in discesa, ma nuove opportunità dalla crisi d’impresa

Di Redazione |

(Milano, 29/8/22) – Milano, 29/08/2022 – Essere commercialista oggi è sempre più complicato e meno gratificante?

Sembrerebbe così, a leggere il rapporto 2022 sulla professione redatto da consiglio e Fondazione nazionale di categoria.

Un dato su tutti: in 13 anni il solo a calare non è stato solo il numero di praticanti, diminuito del 61%, ma a finire in discesa sono stati anche i redditi medi reali che, dal 2009 ad oggi, sono andati giù di oltre il 10%.

Negli anni, essere commercialista sembra essere diventato, in barba alle bellezze del lavoro stesso, sempre meno gratificante a livello economico. Le cause possono essere molteplici. Innanzitutto, a pesare è sicuramente la giungla delle normative fiscali in cui è diventato davvero difficile districarsi. E poi c’è la questione delle responsabilità sempre maggiori che gravano sulle spalle di chi segue la parte contabile, fiscale e non solo delle pmi italiane.

Se è vero quanto sopra, ancor più reale è l’esigenza, per i professionisti, di specializzarsi sempre più per far fronte alle richieste del mercato, incrementare i guadagni e ridurre le proprie responsabilità sul debito dei clienti, ricorrendo a tutte le nuove opportunità legate al Codice della Crisi d’Impresa.

Chiaro è che le aziende a rischio chiusura aumentano sempre più al punto che Cerved, nel suo Osservatorio Rischio Imprese pubblicato a maggio, parla di oltre 99mila imprese a rischio fallimento.

Una congiuntura complessa dalla quale i commercialisti devono uscirne anche perché, in termini pratici, per queste situazioni sussistono spesso anche responsabilità dirette di carattere penale.

Cosa fare quindi, considerando che la Crisi d’Impresa è un tema caldissimo e per il quale non basta essere un ottimo commercialista ma occorre il supporto legale e contabile specializzato per ridurre ed eliminare i danni, ma soprattutto “fidelizzare” il cliente e dare, magari, una nuova spinta al business degli imprenditori assistiti?

“Ho sempre considerato imprenditori e pmi come la spina dorsale della nostra economia, ma queste oggi sono in difficoltà e i primi a farne le spese potrebbero essere addirittura i commercialisti che ne seguono le questioni contabili e fiscali”.

La Crisi d’impresa fa sempre più paura, soprattutto in un tempo complesso come quello che stiamo vivendo. I dati parlano chiaro: le pmi fanno i conti ancora con le crisi economiche degli anni 2000 e vivono ormai da tempo, dati alla mano, con una pressione fiscale e contributiva pari a circa il 65%, con un costo della burocrazia superiore ai 250 miliardi di euro e, non per ultimo, uno stock di debiti della pubblica amministrazione, verso i fornitori privati, che sfiora i 60 miliardi di euro.

Nel mentre, lato “Rottamazione Ter”, circa il 50% dei richiedenti non ha saldato il pagamento a maggio e oggi rischia il patrimonio. Poi ci sono oltre mezzo milione di controlli lato Agenzia delle Entrate mentre Ernesto Maria Ruffini, numero uno della stessa, annuncia di voler recuperare 18 miliardi di euro dagli oltre 16 milioni di debitori in Italia.

“Essere al fianco delle pmi nella gestione contabile e nella consulenza è un grande onore e al contempo una grande responsabilità.

A saperlo bene sono proprio i commercialisti che, spesso a fronte di compensi contenuti, con mille preoccupazioni si ritrovano a gestire un cliente con situazione debitoria rilevante, tra debito fiscale e commerciale, con risvolti che possono essere anche di natura penale, non solo per l’azienda ma anche per il professionista stesso”.

“Nel corso della nostra esperienza, siamo diventati riferimento di tantissimi commercialisti e dall’inizio della pandemia queste richieste si sono moltiplicate”, afferma Carlo Carmine, che aggiunge: “Il nostro impegno è diventato quello di mettere a disposizione tutto il nostro bagaglio di esperienze e conoscenze sulla crisi fiscale d’impresa. Nasce così il Network dei Commercialisti ‘Garanti dell’Imprenditore’”.

Una rete di professionisti al fianco degli imprenditori per gestire e risolvere la crisi fiscale d’impresa.

Aderendo allo stesso, ogni commercialista avrà l’opportunità di poter offrire una soluzione per il Contenzioso Tributario con Agenzia delle Entrate e la ex Equitalia, nuove Strategie per Ridurre il Debito Fiscale, Commerciale e Bancario grazie ai Nuovissimi Piani di Ristrutturazione soggetti a Omologazione (PRO), gli Accordi Ristrutturazione dei Debiti e i Concordati preventivi con la Transazione Fiscale.

Grazie a questi strumenti, gli imprenditori in difficoltà hanno la possibilità di ridurre il proprio debito fiscale anche dell’80%, con la possibilità, successivamente, di pagare il restante 20% nell’arco di 3 o 4 anni.

“E non è tutto, – continua Carlo – risolvere la crisi fiscale d’impresa dei propri clienti porta con sé l’opportunità per il commercialista di ridurre (ed eliminare) le proprie responsabilità anche in ambito penale”.

Arricchiscono il progetto l’accesso a una formazione trasversale in ambiti come la crescita personale, il marketing digitale, il personal branding e il riconoscimento di un sistema di incentivi economici strutturato che include anche l’affiancamento di un Difensore Patrimoniale e la possibilità di offrire i propri servizi all’interno del network stesso.

“Clienti più fidelizzati e maggiori servizi da offrire” – conclude Carlo – “si associano anche a un sistema di visibilità fatto di pubblicazioni di articoli personalizzati su magazine come TopAdvisors, e la possibilità di partecipare al format TaxShowLive in onda su BFC Forbes (Canale 511 di Sky)”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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