Mosca, 5 lug. – Il regista e attore russo Vladimir Menshov, vincitore del premio Oscar con il film “Mosca non crede alle lacrime” (1979), è morto oggi a Mosca all’età di 82 anni dopo aver contratto il Covid. Era noto per la rappresentazione dell’uomo comune russo e della vita della classe operaia nei suoi film. Come attore ha recitato in una trentina di pellicole, tra le quali “Salty il cucciolo del mare” (1975), “Magistral” (1983), “Città zero” (1989), “I guardiani della notte” (2004), “Mobius” (2013).
Nato il 17 settembre 1939 a Baku, all’epoca in Unione Sovietica ed oggi capitale dell’Azerbaigian, come molti registi e attori russi Menshov ha studiato recitazione e regia alla scuola di cinema statale di Mosca. Sebbene la sua filmografia come attore sia superiore a quella come regista (in realtà limitata a soli cinque film), è ricordato prima di tutto come regista vincitore di un Oscar ed uno degli attori più popolari e amati in Russia.
Il suo secondo lungometraggio “Mosca non crede alle lacrime”, dove recita con sua moglie, l’attrice Vera Alentova, gli è valso il riconoscimento internazionale e l’Oscar per il miglior film straniero. Menshov non partecipò personalmente alla cerimonia dell’Academy Award perché non poteva lasciare l’Urss. Il film è una storia commovente di tre amiche che arrivano a Mosca in cerca di una vita migliore. Un grande melodramma in primo luogo e poi un’attenta analisi sociale, il film può essere visto come la biografia di un’intera generazione poiché alla fine degli anni ’70 molti giovani abbandonarono le loro città di provincia senza opportunità e cercarono di stabilirsi a Mosca.