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Calderone: “Programma Gol ha obiettivo gigantesco, nessuno va lasciato solo”
Roma, 6 apr. (Labitalia) – “credo che il programma gol declini bene all’interno dell’acronimo l’obiettivo che è gigantesco, cioè garantire l’occupabilità dei lavoratori. i numeri sono impressionanti, 3 milioni di soggetti, di cui il 75% in condizioni di difficoltà e di marginalità dal mondo del lavoro è sfidante per tutti gli ottimisti tra cui appunto i consulenti del lavoro. Le sfide delle competenze digitali, l’importanza di arrivare a una definizione di percorsi che non lascino indietro nessuno”. Lo ha detto Marina Calderone, presidente del consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, intervenendo al convegno ‘Il programma Gol nel sistema delle politiche attive del lavoro’, organizzato dalla Fondazione Consulenti per il Lavoro, in collaborazione con il Consiglio nazionale dell’ordine e la Fondazione Studi, presso palazzo Wedekind a Roma. Secondo Calderone “questo è il momento in cui è necessario fare sintesi e allo stesso tempo un’analisi e un approfondimento sugli obiettivi futuri per il mondo del lavoro. Noi abbiamo chiuso il 2021 con degli indicatori del Pil e di una crescita economica che facevano ben sperare per il 2021. Oggi i numeri dicono l’opposto perchè i numeri positivi sono condizionati dalla situazione internazionale con la coda pandemica e la guerra in Ucraina. Con tutte le conseguenze dal punto di vista dell’accoglienza dei profughi”, ha ribadito. Difficoltà che arrivano in un mondo del lavoro come quello italiano che si porta dietro tante criticità. “Noi siamo un Paese che ha un tasso di occupazione che è molto lontano da quelli che sono i dati di performance di altri Paesi europei. Sappiamo di avere come Paese una fragilità sull’occupazione femminile e su quella giovanile. Abbiamo un problema di futuro che va tenuto in considerazione nel delineare i percorsi di Gol affidati alle regioni e anche di coordinamento nazionale di tutti gli interventi territoriali”, ha continuato Calderone. “Ognuno -ha spiegato- deve fare la sua parte, non si deve essere escludere nessuna delle componenti accreditate ai servizi per il lavoro. Abbiamo bisogno delle competenze di tutti. I numeri dei consulenti del lavoro parlano chiaro: 26 mila professionisti, 1,8 aziende seguite, 8 milioni di rapporti di lavoro in delega. La conoscenza del mercato del lavoro dei consulenti è un aspetto di cui non possiamo fare a meno”, ha sottolineato Calderone che ha ricordato come “Nessuna delle missioni del Pnrr può chiudere con un elemento negativo altrimenti salta l’intero percorso. C’è la necessità di dimostrare che cogliamo lo spunto per disegnare un Paese diverso più semplice, più inclusivo per tutti i cittadini, con un percorso virtuoso che veda i cittadini avere fiducia nelle istituzioni”, ha concluso Calderone.